giovedì 29 novembre 2012

Hitler's Children

Facebook ha iniziato a suggerire delle pagine. Non me ne sono accorta fino a stasera, quando in mezzo alle tante novità di amici e conoscenti è apparsa la sponsorizzazione di questo documentario che viene attualmente proiettato al Quad Cinema di New York.

I figli di Hitler? Sì, i figli di Hitler.


"I loro cognomi di per sé evocano l'orrore: Himmler, Frank, Goering, Hoess. Hitler's Children è un film sui discendenti delle figure più potenti del regime nazista: donne e uomini a cui è stata lasciata un'eredità che li collega in modo permanente ad uno dei più grandi crimini della storia. Che cosa significa per loro essere stati cresciuti con un cognome che riporta istantaneamente a immagini di strage e genocidio? Come si rapportano con l'essere i figli di... letteralmente, non solo metaforicamente.
Per più di sessant'anni, hanno vissuto nell'ombra, cercando di ricostruire le proprie vite senza il ricordo costante di ciò che fecero i loro padri e i loro nonni. Solo adesso sono pronti a mettere a nudo le cicatrici lasciate loro in eredità. Sono pronti a parlare di che cosa voglia dire essere i figli di... letteralmente, non solo metaforicamente."
Tradotto liberamente da me


Il documentario è stato girato dal regista israeliano Chanoch Ze'evi. 

Qui trovate il sito di riferimento, di seguito il trailer. Per quanto mi riguarda, non avevo mai pensato al punto di vista di queste persone, che sembrano in tutto e per tutto vittime anche loro.


martedì 27 novembre 2012

Spot the caterpillar!

Ieri, in mezzo a questo fogliame, abbiamo trovato un bruco (ora ho compreso che potevamo supporne la presenza per tutte quelle macchioline verdi sul mobile).

Non sono appassionata di bruchi o vermi, ma quando ero piccola mi piacevano molto.

Ho ricordi di quando in Spagna scavavo dei buchi nella sabbia, in riva al mare, per riuscire a trovare quanti più vermi potevo. Poi li mettevo nel secchiello, ci parlavo tutto il giorno e alla sera li rimettevo dove li avevo trovati.

Un'altra volta rubai i vermi che un pescatore aveva con sé, volendoli salvare dai pesci a cui erano destinati. Purtroppo più tardi li ritrovai in quell'anfratto tra gli scogli dove li avevo nascosti, ma aggrediti dalle formiche.

Ieri, a vedere questo bruchetto verde, sano e snello, mi è venuta un po' di nostalgia. Ho messo lui e lo stelo in un barattolo di vetro e oggi sono andata a lasciarlo tra i cespugli in riva al fiume.

Eccolo anche nella foto qui sotto, impegnato a giocare a nascondino.  

Spot the caterpillar!

lunedì 26 novembre 2012

Emisfero destro, sveglia!

Ieri notte, tornando da una breve passeggiata notturna, mi sono resa conto per l'ennesima volta che, nonostante fosse già l'una, non mi sentivo affatto stanca. Anzi, come spesso accade, mi sentivo piena di energie - mentali, per lo meno. Capita alle volte che a un'ora così tarda io mi metta nuovamente al lavoro, a leggere un libro, a fare ricerche su Internet a tempo perso, a scrivere. 

Stamattina ho poi trovato un commento di un mio contatto che suggeriva che la 'dimensione notte' fosse direttamente collegata ad una maggiore creatività, come se fosse un dato di fatto che il cervello, fatta una certa, funzioni diversamente. Curiosa, ho cominciato a fare alcune ricerche su Internet e... beh, mi sono imbattuta in una serie di esercizi per svegliare l'emisfero destro del cervello. Vista la mia tendenza ad essere così poco mattiniera, sarebbe l'unico emisfero sveglio, per quanto mi riguarda.

Ho seguito gli esercizi consigliati da Martha Beck pur non avendola mai sentita nominare prima - quindi affidandomi ad una sconosciuta per svegliare uno degli emisferi del mio cervello (ma mica ho mai sentito dire "non prendere caramelle E non farti attivare parti del cervello dagli sconosciuti", sarebbe stato inquietante). 

Primo esercizio: firmate in tutti i versi possibili.


Ho barato, usando solo il mio nome? Quisquilie!




Secondo esercizio: sostenete una conversazione bilaterale. Nello specifico: prendete una penna e con la mano destra scrivete su un foglio "Come va?", poi rispondetevi con la mano sinistra (anche se si è mancini, non si dovrebbero invertire i ruoli).

Questo esercizio è durato poco, per me. Il tempo di una frase. Scrivere come stavo con la sinistra mi ha inquietata un poco, perché veniva fuori quella grafia tremolante che ricorda molto i racconti delle sedute spiritiche e delle persone che scrivono andando in trance, ed io mi spavento molto facilmente.

Terzo esercizio: imparate a capire come vi muovete, poi incasinate un po' le cose. Un esempio proposto da Martha è il seguente: fai qualche passo e osserva come le tue braccia oscillano in moto opposto rispetto alle gambe. Allora prova a camminare muovendo lo stesso braccio e la stessa gamba contemporaneamente. A questo punto complica un po' le cose, ad esempio camminando all'indietro con gli occhi chiusi. Qualsiasi variazione al tema potrebbe risultare ostica, ma con la pratica si risolve qualsiasi difficoltà (e non importa che chi abita con voi incominci a pensare che siete diventati ormai completamente matti, voi state svegliando l'emisfero destro del cervello!).

L'utilità di tutto questo? Focalizzatevi su un problema (e se non ne avete, inventatevene uno). Trovato? Ora fate finta di niente: leggete un libro, lavate i piatti, fate una telefonata e parlate del prossimo concerto che andrete a vedere, coccolate il vostro gatto o il vostro cane (sono generosi, si prestano sempre a questo genere di cose), rilassatevi. Ogni tanto ripensateci, ma non accanitevi a trovare una soluzione. Se il vostro emisfero destro è ben allenato, verrà da sé. 

Per quanto mi riguarda, ho ancora una manciata di antipatici termini da rivedere. Spero che l'illuminazione mi arrivi prima della data di consegna.

sabato 24 novembre 2012

Siamo tutti vergini


Martha Medeiros
Siamo tutti vergini, Lopes. Vergini prima del primo bacio, prima del primo giorno in cui siamo andati in taxi da soli, prima del primo impiego. Chi muore senza essere mai stato a Venezia, senza mai aver avuto un figlio, senza aver mai amato, muore ugualmente vergine, anche se ha avuto rapporti sessuali con l’intera città. Siamo sempre vergini di qualcosa che ancora non ci è successa.

Da "Lettino", scritto da Martha Medeiros e tradotto da Cinzia Buffa

venerdì 23 novembre 2012

Tisana, everyone?

Questo blog è nato proprio per ricordarmi che c'è altro oltre al lavoro e allo studio. Al momento mi sono persa tra i meccanismi di un dispositivo meccanico la cui utilità ancora mi sfugge, soprattutto considerata la presenza di termini inesistenti su qualsiasi dizionario. Sì, devo contattare il cliente, ma mi piace farlo quando ho proprio esaurito qualsiasi ricerca (l'ultima volta avevo scoperto l'origine svedese del testo, ricostruendo con l'aiuto di Internet il significato dell'espressione enigmatica e potendo proporre una possibile soluzione traduttiva). 

Oggi, mentre ero immersa nelle nuvolette nere del mal di testa, del sonno e dell'esasperazione, sono successe due cose belle e una brutta.

Quella brutta è che ho scoperto che a fine mese chiuderanno l'ospedale valdese di Torino. Domani, dalle 10 alle 16, in via Silvio Pellico 19, tre fotografi torinesi (Davide Bozzalla, Fabrizio Esposito e Andrea Guermani) fotograferanno il seno di tutte coloro che desidereranno partecipare come segno di protesta. L'invito è rivolto alle donne di tutte le età, perché trattasi della seconda struttura del Piemonte per interventi di cancro alla mammella, ma penso che occorra e sia importante anche una forte presenza maschile. Tutte le informazioni si trovano qui.

Quelle belle invece trattano l'una del mio prossimo viaggio a Granada (l'amica che mi accoglie mi ha già intimato che voglio e devo andare a visitare l'Alhambra - solo oggi sono andata a vedermi le foto di questo posto, che conoscevo di nome ma non visivamente, e sono rimasta incantata), l'altra la mia tisana, servitami in dose minima in un recipiente d'eccezione. Tisana, everyone?


sabato 17 novembre 2012

Rabarbaro? Ritenta, sarai più fortunato


Pollice verde? Non ho idea di che cosa sia. Per una volta che pianto qualcosa, me ne cresce un'altra. Nello specifico, avevo piantato qualche seme di rabarbaro. Cosa ne è stato? Si è trasformato in peperoncino, ovvio.





Un peperoncino bellissimo, comunque.




mercoledì 14 novembre 2012

Bugia nen!

Al ristorante russo Otium - Sibiriaki, a Torino, si mangia anche cibo piemontese. L'ho scoperto ieri, quando ho fatto un po' più di attenzione al menù, dove viene riportata questa storia.

"La battaglia dell'Assietta fu combattuta il 19 luglio 1747 nell'ambito della Guerra di successione austriaca: Francia e Spagna cercarono di invadere il Piemonte passando dalle Alpi per sconfiggere Carlo Emanuele III di Savoia e i suoi alleati austriaci.

I piemontesi, prevedendo tale attacco, realizzarono una difesa integrata tra i forti di Exilles e di Fenestrelle, fortificando il colle dell'Assietta, a 2566 m sulla dorsale di separazione delle valli della Dora Baltea e del Chisone, via d'accesso alla pianura e a Torino, costruendo due ridotte alla Testa dell'Assietta e al Grand Serin.

L'apice della battaglia avvenne al colle dell'Assietta, dove un esiguo contingente di granatieri piemontesi riuscì a respingere i nemici. Anche al Grand Serin i francesi continuarono ad attaccare e il Comando sabaudo, temendo di non riuscire a resistere a lungo, inviò l'ordine di convergere tutti sul Gran Serin. Tuttavia, il Conte di San Sebastiano, al comando dell'Assietta, si rifiutò per ben tre volte di eseguire l'ordine, rispondendo: "Mi am Bugiu nen!", "Io non mi muovo!".

I soldati piemontesi, vista la determinazione del loro comandante, iniziarono a urlare "Bugia nen!", "Non muoverti!", e dopo cinque ore di aspri combattimenti i francesi si ritirarono.

"Bugia nen", nella semplice traduzione dal dialetto, è diventato un termine per definire il presunto immobilismo dei piemontesi, travisando la naturale prudenza e riservatezza della nostra gente, ma l'episodio raccontato all'origine del motto e la grande dinamicità dimostrata nella storia, a partire dai moti del 1848 e dallo Statuto Albertino, alla realizzazione dell'unità d'Italia, allo sciopero del marzo 1943, al contributo alla lotta di Liberazione, sino allo sviluppo di grandi industrie come l'Olivetti e la Fiat, dimostrano quanto questo sia, semplicemente, il contrario."

Ristorante Otium - Sibiriaki

mercoledì 7 novembre 2012

Ah, ma sai l'inglese?

Dialogo svoltosi tra me e un ragazzo ignaro del fatto che lavoro come traduttrice.

- Ah, ma sai l'inglese?
- Sì.
- Ah. Lo sguardo è fisso su di me, sta rimuginando. Senti, io ho un paio di libri dell'università in inglese, su cui devo fare gli esami. Non è che me li tradurresti? Solo i punti principali!



Lo guardo. Sto ancora valutando una risposta che sia appropriata ed educata quando lui aggiunge, per darmi il colpo di grazia: Così ti eserciti un po'!





lunedì 5 novembre 2012

Tigro sogna.

Tigro sogna: ogni tanto la sua coda turbina verso l'alto. Così stamattina, mentre preparavo la valigia, ho passato un po' di tempo a immaginarmi eventuali scenari di sogni felini.

Tigro

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