giovedì 27 marzo 2014

Alice in Bath

Vista la battuta di Gio Ve nei commenti al post precedente, non posso fare a meno di pubblicare le foto dei tavolini esterni di questa piccola caffetteria/torteria che abbiamo trovato a Bath. 





Se solo non avessi avuto il limite dei 10 kg di bagaglio con il volo Ryanair... (a proposito, grande novità: ora a bordo si possono portare un bagaglio a mano più una borsetta, il che significa che non assisteremo più a feroci litigate tra gli addetti all'imbarco e i soliti passeggeri distrattamente inconsapevoli che un libro o la macchina fotografica all'esterno del bagaglio standard contano come bagaglio aggiuntivo).

mercoledì 26 marzo 2014

Gita a ovest: Bath

Era una giornata grigia e piovosa quando, dopo un viaggio reso più faticoso dal traffico intenso, siamo infine giunti a Bath. 

Questo è quel che è capitato in qualche eventuale universo parallelo, perché il giorno dopo essere atterrata nel Regno Unito l'aria fredda era pungente al punto giusto, corredata di un bel sole e di un cielo limpidissimo. Inoltre, ero anche in ottima compagnia, ovvero con Clyo, Mr Fedo e una cara amica che era a Londra solo da una settimana, dopo essere stata selezionata per partecipare a un progetto di tre mesi presso una ONG.

Insomma, siamo partiti per Bath la mattina presto, decisi a non perderci neanche un secondo di una bella domenica inglese graziata dal sole.



























Bella questa illusione ottica, vero?













Gufi inattesi
Dama in attesa? Dal vivo, con l'ampio spazio di fronte alla statua, l'effetto era molto accentuato

Aguzzando la vista, come ha fatto Clyo, noterete strani movimenti...
























Cosa vedere? Cosa fare? Io sapevo solo che non mi sarei dovuta perdere il Jane Austen Centre, mentre Clyo, come sempre organizzatissima, ha sfoderato una lista di opzioni interessanti. Siamo andati sul classico, visitando le sorgenti termali romane


La terrazza da cui ho scattato la foto in realtà è stata completata nel 1897, quando le sorgenti sono state aperte al pubblico. La piscina in basso è solo una parte della struttura costruita dai romani, che era enorme e comprendeva un tetto altissimo e inusuale per l'epoca.





Però anche oggi la vista non è male.
Giulio Cesare, statua costruita in epoca successiva














Il modellino ricostruisce l'originaria enormità del luogo che, tra le altre cose, era ovviamente un importante punto di ritrovo per la città.


Sono rimasta molto affascinata da ogni cosa. Inoltre c'erano in dotazione delle audioguide, in italiano, che fornivano esaurienti spiegazioni su ogni minimo dettaglio. Talmente esaurienti che qualcuno, in orario postprandiale, ha avuto un attimo di cedimento e s'è quasi addormentato, audioguida alla mano (purtroppo mi hanno esplicitamente vietato di pubblicare le foto che ritraggono quel momento). Io, invece, in orario postprandiale ma pericolosamente vicino a quello della merenda, per un attimo mi sono soffermata con stupore di fronte a questo cartello.  


Perché avevo letto "Please take caKe"




Non ve lo fareste un bagno, in un posto così?


Un cartello riportava, in inglese, le parole di Seneca (qui tradotte da me dall'inglese): "L'immagine non è completa senza qualche attaccabrighe, un ladro colto in flagrante, o l'uomo che ama il suono della propria voce nelle terme - senza contare coloro che vi saltano dentro con un grandissimo tonfo" (Epistulae Morales, 56, I secolo D.C.)

Le foto distratte



Dopo le sorgenti ci siamo diretti al Jane Austen Centre, ma era già chiuso. Un'ottima ragione per tornare a Bath, no?


lunedì 10 marzo 2014

Storie di non ordinaria gentilezza

19.26 esco di casa di corsa, per arrivare al tabaccaio prima che chiuda
19.28 attendo che il semaforo diventi verde
19.30 il semaforo diventa verde, attraverso la strada e il tabaccaio chiude la serranda

"No no no no no! Scusi... Scusi? C'è ancora qualcuno qui dietro? No, eh? Diamine!"

"Qui, qui", mi intima una signora che sa poco l'italiano e di carnagione scura che, senza rallentare e spingendo un passeggino, mi indica il fondo della via. "Ce n'è un altro."
"Davvero? Aperto fino a quest'ora?". Guarda l'orologio e scuote la testa: "Distributore".
"Ah, no, non devo comprare le sigarette, mi serviva un biglietto dell'autobus". La ringrazio e comincio ad allontanarmi quando sento urlare "Ehi!". Mi volto e la vedo lì, a dieci metri, con un biglietto in mano: "Do io!"
Le porgo 5 euro, ma non ha il resto. "Moneta?", mi chiede. "No, ho solo 70 centesimi" (a Torino un biglietto costa 1,5 euro). Non so come fare, ma lei sorride e dice che va bene, li prende, mi lascia il biglietto e se ne va, ridendo di fronte alla mia faccia costernata.

Lo racconto perché amo la bellezza dei gesti di gratuita gentilezza da parte di sconosciuti (danno vigore alla fiducia che si ha nel mondo), e un po' anche perché di recente mi si dice spesso di stare attenta, ché questo nuovo quartiere dove vivo è pieno di stranieri.

Esopo

lunedì 3 marzo 2014

Altrove

Finalmente ci sono riuscita: ho trovato una casetta tutta per me e piano piano, visto che la sto sistemando e non c'è neppure ancora il collegamento a Internet, mi sto trasferendo. Visto che passo il mio tempo per l'80%  in negozi di bricolage e simili, per il momento posso seguire i vostri blog solo a singhiozzo, ma recupererò. Intanto, ieri son stata graziata da un sole splendido e ho trascorso il pomeriggio sul balcone a fare giardinaggio (se così si può definire...).



 
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