giovedì 24 aprile 2014

Il manifesto della mia pigrizia

Quando mi sono trasferita ho iniziato bene: un centinaio di gite all'Ikea, al Brico Center, all'Obi, a Mondo Convenienza, tre o quattro negozi di ferramenta e qualcosa d'altro che ora non ricordo. Nel giro di un mese ho arredato, montato, smontato, appeso, trapanato, avvitato (sì, ho anche un avvitatore adesso! Come ho potuto vivere senza fino ad ora?), fissato e inchiodato qualsiasi cosa. 

Poi, visto che tutto procedeva bene e filava liscio, mi sono rilassata un poco: ho iniziato a dilettarmi in frequenti gite per il quartiere, a divertirmi a prendere pullman a caso che hanno la fermata nei dintorni per scoprirne il tragitto, a fare amicizia con vicoli e scorciatoie, incetta di verdura nei mercatini rionali e mi sono iscritta nella palestra della zona (forse l'UNICA palestra della zona). Quindi, da cosa nasce cosa, ho inaugurato forno e fornelli e iniziato a invitare amici a pranzo, cena e merenda. 

Il risultato è che ora ho ancora qualche lavoretto da sbrigare. 

Tutti i giorni, mentre faccio colazione, ripasso la mia lista mentale di ciò che potrei/dovrei finire di mettere a posto alla prima pausa della giornata. Mi dico che è il giorno giusto, che sarà un gioco da ragazzi, quanto ci vorrà? Mezz'ora e via! Nella mia mente mi vedo, indaffarata e laboriosa, che mi applico e spunto via via ogni elemento dalla lista. E invece no. Le mie fantasie rimangono fantasie e le cose da sbrigare rimangono... da sbrigare. Perché alla prima pausa della giornata schizzo in palestra, perché quando termino una traduzione preferisco farmi una passeggiata o provare una ricetta nuova, leggere un libro, guardarmi l'ultima puntata di Sherlock Holmes, uscire a prendermi un caffè alla pasticceria sotto casa (sì, ho una pasticceria sotto casa che fa il miglior caffè al ginseng di Torino: inferno e paradiso insieme!).

Probabilmente mi tornerà la voglia di sbrigare le faccende a inizio autunno, giacché il sole poco si confa ai lavori manuali. Tuttavia, per togliermi il tarlo dalla testa, ecco la mia lista di cose da fare, il manifesto della mia pigrizia.


Il rosone. Ho iniziato bene, ma al pensiero di rimettermi sulla scala a dipingere con la testa all'insù mi prende lo sconforto: troppo forte diventa il desiderio di staccare il rosone dal soffitto e metterlo in orizzontale, visto che non mi piace dover scegliere tra il reggermi alla scala o la precisione del tratto (per la quale ho bisogno di poggiare anche la mano libera al soffitto). Senza contare che c'è anche il lampadario di mezzo...

La porta di ingresso. Sarebbe da scartavetrare prima e poi chissà che cos'altro. Per ora ho acquistato il colore, che è quello nel pallino verso il fondo del barattolo: praticamente un fucsia opaco ("per la camera dei bambini", recita il testo). 

La yucca, ovvero: monta la mensola in cucina. 
Questa è la meravigliosa pianta che mi è stata portata dalla vicina. Per ora continuo a dire che stanno ancora crescendo le radici, ma la verità è che sono già sufficientemente lunghe e che dovrei decidermi a farle degno spazio in cucina. Solo che... dove? Come? Perché, chi e cosa?


Il quadro. Non sono mai stata così indecisa sul punto esatto in cui appendere un quadro e ora diventando quasi una questione esistenziale: "Dimmi dove l'appendi e ti dirò chi sei".


Stesso discorso vale per lo specchio, che tuttora rimane appeso alla cappelliera in entrata.



La vecchia cassettiera. Come decorarla? Si accettano consigli, tenendo conto che i colori predominanti nella stanza al momento sono il rosso e il bianco. 





venerdì 11 aprile 2014

Stanno arrivando...

Stanno arrivando! Cosa? 
  • Il Salone del Libro dall'8 al 12 maggio (e se siete traduttori o lavorate nel settore, conviene far già richiesta di accredito);
  • la mostra dedicata ai preraffaeliti dal 19 aprile al 13 luglio (con l'Ophelia di Millais, uno dei miei quadri preferiti che ero rimasta delusa di non aver ritrovato alla Tate);
  • il Jazz Festival, dal 25 aprile al 1° maggio.
Dimentico qualcosa? Ah sì: ma quanto mi piace vivere a Torino?!



martedì 8 aprile 2014

Quiz: Tate Britain live

Sono nate nello stesso giorno, si sono sposate nello stesso giorno e han dato alla luce un figlio nello stesso giorno. Di che quadro sto parlando? 


Suggerimento fotografico

Soluzione (indovinata da Lituopadania): The Cholmondeley Ladies


Curiosità: sapete come si pronuncia "Cholmondeley"? 


lunedì 7 aprile 2014

Facce da guardia

Turisti pronti a incontrarsi nel luogo X all'ora Y
A Londra avevo assistito al cambio della guardia una volta sola, da piccola, e lo ricordavo come un evento davvero imperdibile. Sarà che al tempo ero in compagnia anche di una ragazzina poco più grande di me con cui avevo trascorso l'attesa a giocare e ad arrampicarmi su qualsiasi elemento urbano agibile.








Stavolta, degnamente capace di intendere e di volere, ho compreso che il cambio della guardia è una di quelle cose che non mi esaltano: un gruppo di ragazzi talmente avviluppati in strati e strati d'abiti da far venir caldo solo a guardarli che camminano in modo ordinato per un cortile, osservando tutte le persone raccolte e abbarbicate attorno al cancello come se fossero esseri invisibili. 

Così ho iniziato a guardarmi intorno...












Lei si è divertita più di tutti

...e a fotografare i fotografi (che sono uno dei miei soggetti preferiti!)




In definitiva, il vero spettacolo per noi è stato lui, il ragazzo con la maglia rossa.


È giunto con l'aria di chi non si aspettava tanta gente, in quel quieto angolo di mondo dove è solito andare a correre in solitaria: "Che è tutta 'sta gente?", sembrava suggerire la sua espressione. "Ah, al solito, i tipi di Buckingham".

Chiaramente la sua routine non ha patito la pioggia (che a Londra è solo un abbaglio per i turisti), la folla, il trambusto, il passaggio dei gendarmi a cavallo o altro. No. Dopo un attimo di esitazione, stoico e impassibile, ha proseguito con rotazione del bacino, allungamento di polpacci, glutei e muscoli vari, saltelli sul posto... La sua espressione è rimasta inalterata per tutto il tempo. Era francese.


giovedì 3 aprile 2014

A mezz'aria

Ho preso l'autobus per un soffio, riuscendo a infilarmi appena in tempo tra le persone stipate e la porta. Avevo chiesto un'informazione a una signora, e lei aveva iniziato a raccontarmi la sua storia: il marito, il lavoro, il pendolarismo da Torino a Torino... Quando l'ho salutata l'eco della sua voce è rimasta imbrigliata nei miei pensieri. 

Poi ho alzato lo sguardo verso la pancia dell'autobus, e per un attimo ho creduto che quel giorno fossero rimasti imprigionati a mezz'aria i pensieri di tutti. 



martedì 1 aprile 2014

Acquerello londinese

Della mia settimana a Londra ho ancora un sacco di foto da pubblicare, ma nel frattempo è da due giorni che sorrido perché ho comprato la cornice del primo quadro che appenderò nella mia casetta nuova (devo solo decidere dove appenderlo). Era da secoli che non disegnavo o dipingevo qualcosa, ma a Londra ho scoperto gli acquerelli. 

Gli acquerelli per me erano quelle placchettine rotonde di colore che avevo provato alle elementari. Li consideravo un po' frustranti: aggiungevo acqua nella speranza che colorassero di più, ma finivo soltanto col bucare il foglio.

Allora, dopo aver visto le meraviglie di Clyo (che per me è una versione sui generis del re Mida: tutto ciò che tocca viene impreziosito di colori e fantasia), mi è venuta voglia di provare di nuovo, e così le ho chiesto: mi insegni? E ho scoperto che gli acquerelli non solo possono avere anche forma rettangolare, ma essere incredibilmente divertenti!


Clyo si è seduta pazientemente di fianco a me, mi ha corretto l'inclinazione del foglio, spiegato le basi, e poi, ripetendo con severità perentorie indicazioni - 'troppo asciutto', 'crea una base liquida', 'se il foglio lo tieni orizzontale, non riesci a sfruttare al meglio il vantaggio dell'acqua' - mi ha regalato il primo acquerello fatto da me. 

Che è anche il primo quadro che appenderò nella mia casetta, per l'appunto. 


Dietro il foglio ho scritto il titolo, ma me lo sono già dimenticato.
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