lunedì 30 giugno 2014

Sassi-Superga: finalmente ce l'ho fatta!

Due sabati fa ho finalmente avuto modo di realizzare qualcosa che sognavo di fare da quindici anni: andare da Sassi alla Basilica di Superga a piedi. No, niente di straordinario, è vero. Ci avevo provato con un'amica, ma a metà strada mi aveva liquidata con un deciso "io mi rifiuto, sto morendo" e il pollice alzato per fare autostop. Al tempo, pur preoccupate di chi avrebbe potuto fermarsi, ci eravamo alla fine fatte dare un passaggio da un ragazzo che andava fin lassù per prendere il sole.

Avrei potuto organizzarmi prima e, nonostante la mancanza di compagni di avventura, andarci da sola. Ma in questo caso da sola non ci volevo andare e:

- i miei amici concittadini sanno bene che non è una passeggiata rilassante;
- i miei amici non concittadini non si fidano più delle idee che mi vengono e che presuppongono una qualche passeggiata in posti non generalmente noti. Quando dico "dai, è dietro l'angolo" ormai si insospettiscono.

Poi ho conosciuto E. E. è relativamente nuova qui a Torino ma, soprattutto, è molto propositiva per uscite e scampagnate. Due sabati fa mi ha proposto di andare a visitare la Sacra di San Michele ma, complice un venerdì sera un po' faticoso e orari non troppo comodi, io ho rifiutato. Ed è stata lei che, in cerca di un'alternativa, ha esordito con: Andiamo a Superga a piedi?

Come fosse il mio compleanno, per dire. E ci siamo incamminate. 

La salita è stata fantastica, con oltre trenta gradi e ombra totalmente assente. Neanche dieci passi ed E. si era già pentita della sua proposta, ma nonostante tutto ha proseguito, tra invettive varie, a inerpicarsi per quell'ora e trenta minuti che ci vogliono per raggiungere la cima. 

Torino dall'alto
Manca ancora un po'...


Verso l'infinito e oltre!



Torino dall'alto

Torino dall'alto con lampione romantico

Confluenza tra il fiume Po e il fiume Stura di Lanzo

Basilica, particolare con nuvole
Ciao, Basilica!



Torino dall'alto

L'illuminazione di Torino


Torino sempre più illuminata
Sulla via del ritorno, l'ultimo saluto
Io, felice



Il bello del lavoro ai tempi della crisi: ecco il White Book of Job

Il bello del lavoro ai tempi della crisi: ecco il White Book of Job

mercoledì 25 giugno 2014

Ma allora sai un sacco di lingue!

In palestra.

"...e tu cosa fai di lavoro?"
"La traduttrice."
"Ah, bello! Ma allora sai un sacco di lingue!"
"Umh, no. Solo per capire, ma perché pensi che un traduttore sappia un sacco di lingue?"
"Pensavo che per fare il traduttore una persona dovesse conoscere almeno cinque o sei lingue di base..."


E non stava scherzando.

martedì 24 giugno 2014

Keep calm and translate


Un'amica mi ha mandato questa immagine e non posso, proprio non posso, evitare di pubblicarla.

lunedì 23 giugno 2014

Vronsky was making love to Anna

Vronsky was making love to Anna.
Emma read the sentence again, distracted by the pillar of a woman behind her. Did Tolstoy really mean making love? She couldn't think so. Having sex? It would be so bald written on the page like that. Surely they can't have been making love here and there like this in the nineteenth century. It must refer to something else, something more benign. She flushed, a little guiltily. Not that having sex wasn't benign - of course it was, it led to babies, after all. Though the things that she and Will had begun to do in the dark had nothing whatsoever to do with babies. But Anna and Vronsky? They had been constrained, wasn't that the idea? Perhaps it was the translation. She flipped to the cover of the book and read the name beneath Tolstoy's - Constance Garnett. Emma thought she understood. Vronsky had whispered something loving to Anna, or soothed Anna lovingly, or something like that, and Miss Garnett had used other words instead, painting what ought to be a pink scene - scarlet. Probably a spinster; the pathetic type who reads passion into the twist of a shut umbrella.

Tratto da The postmistress, di Sarah Blake.

lunedì 16 giugno 2014

La mia domenica piovosa

Nelle ultime settimane ho lavorato tanto, anche e soprattutto nel fine settimana. Non è che avessi poco da raccontare, ma è stato tutto talmente frenetico e intenso che ogni momento libero ho preferito trascorrerlo lontana dal pc, per riossigenare cervello e vista. Ho anche provato l'ebbrezza di 22 ore di lavoro consecutive nel periodo elettorale, partecipando come segretaria di seggio. 

Ieri allora mi sono dedicata l'intera giornata, iniziando con una passeggiata per una splendida Torino nuda di gente in una piovosa domenica mattina.



Via Cernaia
Via Cernaia
Corso Vinzaglio

Corso Vinzaglio



Monumento a Pietro Micca

Palazzo Madama
























































Galleria Subalpina





In piazza Castello, poco prima dell'ingresso alla Galleria Subalpina, c'era un signore anziano e grassottello con un buffo cappello di paglia che suonava La vie en rose alla tromba. Molto, molto romantico. 














Piazza Vittorio - Estate


Avrei voluto prendere un qualsiasi bus diretto verso le viuzze inerpicate della collina, ma di domenica i mezzi pubblici sono quasi un miraggio, perciò ho optato per il Monte dei Cappuccini. 


Vista dal Monte dei Cappuccini








Per chi ancora non lo sapesse: il Monte dei Cappuccini sembra lontano, ma non lo è. Da Piazza Vittorio dista appena 1 chilometro, e ne vale la pena. 

Mi aspettavo di trovare il deserto anche lassù, invece c'erano fior di macchinoni parcheggiati alla rinfusa. Tutti erano però in chiesa per la messa, e il panorama è rimasto solo mio.







Discesa dal Monte
Scorciatoie interboschive




















Poi la città ha iniziato a riempirsi, e io ne ho allora approfittato per andare a mangiare i biscottini all'anice preparati da un'amica.

Spero la vostra domenica sia stata altrettanto bella.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...