venerdì 24 gennaio 2014

Lettera aperta da uno scrittore ucraino

L'articolo che segue è stato scritto da Yuri Andrukhovych. La versione in inglese, su cui si basa la mia traduzione, è stata pubblicata qui
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Yuri Andrukhovych,
fonte
Cari amici,

in questi giorni ho ricevuto da parte vostra numerose richieste circa l’attuale situazione a Kiev e dell’Ucraina tutta, di esprimere la mia opinione su ciò che sta accadendo e formulare il mio punto di vista almeno sul prossimo futuro. Dal momento che non ho l’effettiva possibilità di rispondere singolarmente a ognuna delle vostre pubblicazioni con un saggio di analisi approfondito, ho deciso di preparare questa breve esposizione, che ciascuno di voi potrà usare come vorrà. Ecco le cose più importanti che mi preme dirvi.

In meno di 4 anni di governo, il regime di Viktor Yanukovych ha condotto il paese e la società a uno stato di tensione estremo. Peggio ancora, si è invischiato in una situazione senza via d’uscita in cui deve rimanere aggrappato al potere per sempre, con ogni mezzo, se non vuole essere giudicato penalmente. Quel che è stato rubato e usurpato va oltre ogni immaginazione di ciò che l’avidità umana è in grado di fare.

La violenza è stata l’unica risposta che questo regime ha saputo proporre di fronte alle proteste pacifiche, ora al loro terzo mese; un’escalation di violenza  “ibrida”: gli attacchi delle forze speciali di piazza Maidan si combinano con le vessazioni e le persecuzioni a danno degli attivisti di opposizione e dei normali manifestanti (pedinamenti, pestaggi, fuoco appiccato a macchine e abitazioni, irruzioni nelle case, perquisizioni, arresti, procedimenti  giudiziari farsa). La parola chiave qui è intimidazione. Ma visto che non funziona, e che le proteste continuano ad aumentare, le azioni repressive da parte del regime si fanno sempre più dure.

Il  “fondamento legale” per tutto questo è stato creato il 16 gennaio, quando i membri del Parlamento, in tutto e per tutto asserviti al presidente, in aperta violazione di tutte le norme di votazione e procedurali, hanno votato nel giro di pochi minuti e per semplice alzata di mano una serie completa di emendamenti che di fatto introducono nel paese la dittatura e uno stato di emergenza senza una dichiarazione formale in tal senso. Scrivendo e diffondendo queste mie parole, per esempio, ho infranto diverse norme del nuovo codice penale per “diffamazione”, “istigazione al disordine”, eccetera.

Per farla breve, se vengono riconosciute queste “leggi”, se ne dovrebbe dedurre che in Ucraina è vietato tutto ciò che non è espressamente permesso dalle autorità. E l’unica cosa che le autorità permettono è la sottomissione.

Contraria a queste “leggi”, il 19 gennaio la società ucraina è insorta, ancora una volta, per difendere il proprio futuro.

Oggi in tv, nelle notizie in merito a Kiev, potete vedere i manifestanti con indosso vari tipi di elmetti e maschere, talvolta con dei bastoni di legno in mano. Non crediate che si tratti di “estremisti”, “provocatori” o “radicali di destra”. Anche io e i miei amici protestiamo vestiti allo stesso modo e possiamo dunque dirci estremisti” anche noi: io, mia moglie, mia figlia e i nostri amici. Non abbiamo nessun'altra possibilità: dobbiamo proteggere la nostra vita e la nostra salute, così come la vita e la salute di chi ci sta vicino e ci è caro. Le unità delle forze speciali ci sparano, i cecchini uccidono i nostri amici. Secondo diversi rapporti, il numero di manifestanti uccisi solo in un isolato nella zona del comune ammonta a 5 o 7. Senza contare le decine di persone scomparse a Kiev.

Non possiamo fermare le proteste, perché ciò equivarrebbe ad accettare di vivere in un paese che è stato trasformato in una prigione. La generazione ucraina più giovane, cresciuta e maturata negli anni post Unione sovietica, rigetta in toto qualsiasi forma di dittatura. Se questa vince, l’Europa deve prendere in considerazione l’idea di avere una Corea del Nord al confine orientale e, secondo varie stime, tra i 5 e 10 milioni di rifugiati. E non lo dico per spaventarvi.

Questa è una rivoluzione di giovani, e i titolari del potere dichiarano guerra soprattutto a loro. A Kiev, quando si fa notte, ci sono “persone in abiti civili” non identificate che girano per la città a caccia di giovani, in special modo di quelli che mostrano i simboli di piazza Maidan o dell’Unione europea. Li rapiscono, portandoli nei boschi, denudandoli e torturandoli al freddo e al gelo. Per qualche strana ragione le vittime di tali azioni sono per lo più giovani artisti: attori, pittori, poeti. Sembra quasi che qualche strano “squadrone della morte” sia stato sguinzagliato nel paese con il compito di annientare tutto ciò che vi è ancora di buono.

Un altro dettaglio particolare: negli ospedali di Kiev le forze di polizia attendono i manifestanti feriti, che vengono portati via (ripeto: si tratta di persone ferite) e sottoposti ad interrogatorio in luoghi ignoti. È diventato pericoloso andare in ospedale persino per i passanti che si trovano lì per caso, rimasti feriti da un frammento di plastica di una granata della polizia. I medici si limitano a gesticolare inutilmente, consegnando i pazienti nelle mani dei cosiddetti “tutori della legge”.

In conclusione: in Ucraina, in questo momento, vengono commessi crimini contro l’umanità su larga scala, e la responsabilità è da attribuire all’attuale governo. Se vogliamo proprio parlare di estremisti, quelli che si meritano tale definizione sono i membri della classe dirigente.

E ora rispondo a due domande alle quali tradizionalmente mi è più difficile dare una risposta: non so cosa accadrà, e ora come ora non so come potreste aiutarci. Potete comunque far girare questo appello. E mettervi nei nostri panni. Rivolgeteci un pensiero. Vinceremo in tutti i casi, a prescindere da quanto ci faranno patire. Il popolo ucraino, senza esagerazione, sta ora difendendo col proprio sangue i valori di una società libera e giusta.

Spero davvero col cuore che lo apprezziate.

14 commenti:

  1. Ottima idea Alice! Tutto quel che serve per non lasciar cadere nell'indifferenza quanto sta accadendo a Kiev credo sia utile alla causa. Ognuno farà in base a quel che potrà. Certo che dai governi degli Stati europei mi aspetto azioni diplomatiche di una certa forza. Non potremo mica aspettare che a muoversi sia ancora una volta Papa Francesco!

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    1. Oggi un'amica ucraina, che al momento si trova proprio a Kiev, mi ha spiegato una realtà ancora diversa e molto complessa. Io mi aspetto un intervento degli Stati europei su questo ma anche su numerosi altri fronti, ma l'economia la fa sempre da padrone...

      (ci ho messo un attimo a riconoscerti, non avevo mai letto il tuo nome!)

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    2. Non ho capito perché adesso appaia il mio nome, probabilmente Blogger ha cambiato qualcosa

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    3. Forse avevi commentato con un account diverso? Ora è cambiata anche l'icona.

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    4. Credo di no, quello che non capisco è perché non compare più il nome del blog. Boh.

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  2. Hai fatto benissimo a tradurlo in Italiano perche' ... apri corriere.it e trovi come notizia in primo piano 'Hollande, oggi l'annuncio ufficiale dell'addio a Velerie'. Ma vaffa...

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    1. La politica oggi sembra la rivisitazione delle soap opera degli anni '80. Manca solo Grecia Colmenares.

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  3. Grazie per l'articolo Alice. Leggendo le news, dalla bbc alla stampa,parlano del fatto ma senza spiegare esattamente perchè.

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    1. Vado indietro nel tempo :) Prova a leggere qui e qui. Quello che dici comunque per me è cruciale: si fa molta leva su sentimentalismi e principi, poco sui fatti. E mi sa un po' di propaganda.

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  4. Grazie per questa traduzione, Alice. Purtroppo mi fa venire in mente tanti altri scenari in cui si sono consumate le stesse ingiustizie.

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