lunedì 18 febbraio 2013

La parola meravigliosa

Ero seduta sulla bellissima panca in legno che mio nonno aveva di fronte alla porta dello studio in cui visitava i suoi pazienti. Mi piaceva gironzolare lì intorno: parlavo con le persone in attesa, studiavo le ombre che si formavano sui piccoli prismi che componevano il vetro della porta e mi inventavo storie per ogni pezzo di mobilio. 

Le gambe penzoloni con i piedi che non arrivavano al pavimento, quel giorno lo aspettavo con impazienza perché temevo che mi sarei persa nei miei pensieri, mi sarei distratta e avrei potuto dimenticare ciò che volevo dirgli. Misi persino da parte il martelletto con cui nel frattempo stavo tentando, con scarso successo, di testare i riflessi patellari. Dovevo mantenere la concentrazione su quell'unica parola, quella bellissima parola che avevo scoperto quel giorno, e per questo la ripetevo come un mantra a bassa voce, perché nessun altro potesse sentirla: era una scoperta sensazionale e sicuramente avrei dovuto poi informare tutti, ma volevo che la sentisse lui per primo. Come poteva la maestra conoscere una parola così bella? E poi, cos'è che voleva dire, già?

Quando sentii il rumore delle sedie che si scostavano dal tavolo e le ombre farsi più alte, oltre la porta, incominciai a fremere. Il momento era giunto. Sorrisi alla signora che usciva, aspettai con ben poca compostezza che si allontanasse, e poi quasi urlai: "Oggi a scuola ho imparato una parola bellissima, nonno!" "Davvero? Quale parola?". Silenzio. Non me la ricordavo più, il vuoto. Dovetti aspettare che finisse la visita successiva, per dirgliela. Dopo aver sfogliato tutti i miei libri, ecco che l'avevo ritrovata: Eruli. 

"È il nome di un antico popolo germanico", mi spiegò. Lui, chiaramente, la conosceva già. Mi sembrò incredibile e inconcepibile: chissà perché, mi domandai allora, i grandi conoscono un sacco di parole meravigliose, ma non le usano mai.

8 commenti:

  1. Mi piace tanto come scrivi, mi è sembrato di essere là con te!

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  2. Basta decidere di usarle. Per esempio, si potrebbe adottarlo come complimento. "Sei bella come un'erula".

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    1. Io avevo chiamato così la mia macchina che, in effetti, era bella come un'erula :D

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    2. Potrebbe essere una denominazione alternativa a possibili aspiranti separatisti della Repubblica Italiana. Gli Eruli, infatti, furono coloro che posero fine all'Impero Romano d'Occidente, con la deposizione dell'ultimo imperatore Romolo Augustolo.

      Esiste una illustrazione della scrittrice inglese Charlotte Mary Yonge (1823-1901) che raffigura Odoacre, re degli Eruli, mentre riceve le dimissioni di Romolo Augustolo. L'ho trovata qui.

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    3. Speriamo di no, non amo idee di separazioni e mi rovinerei il gusto della parola! Grazie per la foto, ne avevo cercate senza successo! :)

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  3. Sei bravissima Alice,i tuoi scritti emozionano chi li legge,hai una grande dote!

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  4. Sono contenta ti abbia emozionato :) Grazie!

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