martedì 7 luglio 2015

Cercate nuovi clienti? Ecco come trovarli

Oltre a diversi clienti occasionali, molti traduttori freelance hanno dei clienti fissi che si rivolgono a loro con una certa continuità e che garantiscono pertanto delle entrate mensili piuttosto regolari. Altri, un po’ per necessità e un po' per il gusto di uscire dalle pareti di casa, svolgono un secondo lavoro parallelo che prevede - so che non ci crederete, ma è così - una qualche forma di contatto con altre persone.

(Magari un'altra volta parlerò dell'innata propensione dei traduttori per le occasioni sociali e i momenti di ritrovo con altri esseri umani...)

Se non si appartiene a questa seconda categoria, ma alla prima, bisogna stare attenti e ricordarsi che il più grande errore per un libero professionista è quello di smettere di cercare clienti nuovi. La tentazione è grande, lo so, soprattutto nei periodi di lavoro più intensi, quando non si ha nemmeno il tempo di respirare. Eppure non vi sono tutele, né rapporti di amicizia o fiducia: un cliente può sempre, di punto in bianco, decidere di non avere più bisogno di noi, o di cambiare le regole del gioco, o di chiudere baracca e burattini e trasferirsi in un altro emisfero dove non avrà più bisogno dei nostri servizi. Del resto, è un suo legittimo diritto, non trovate? Anche noi, in qualità di clienti, lo sfruttiamo quotidianamente quando preferiamo comprare i pomodori da Peppino invece che da Maria, per dirne una.


Qualche consiglio?

Siate costanti. Un giorno la settimana, un'ora al mese, dieci minuti al giorno: non è importante quanto tempo ma quanto si è costanti. Io mi ci dedico un tempo indefinito che può andare dai 5 minuti alle tre ore tutti i giorni. Rispondo ad annunci, invio la mia presentazione, oppure faccio ricerche per farmi venire idee, informarmi, cercare clienti mirati.

Siate precisi. Lasciando da parte e/orrori di ortografia e affini, mi è capitato ad esempio di ricevere curriculum da parte di persone che da un lato scrivevano di avere apprezzato molto il mio sito, ma dall'altro si rivolgevano a me come se fossi un'agenzia. Quanto tempo pensate mi sia servito per capire che si trattava di un'email inviata con superficialità e in fretta? Capisco che l'obiettivo è quello di ottimizzare i tempi puntando sulla quantità, ma un messaggio mirato può essere molto, molto più efficace.

Siate concisi ed esaustivi. Per quanto mi riguarda, adoro i CV da una pagina, quelli a cui basta dare un'occhiata per capire combinazioni linguistiche di lavoro, settori di specializzazione, esperienze di maggiore rilevanza.

Mi piacciono ancora di più se contengono elementi grafici o piccoli indizi che possano suggerire che tipo di persona può averlo scritto. A un convegno sul mondo del lavoro mi aveva molto colpito quello che aveva detto un rappresentante della Manpower, nota agenzia interinale, sull'importanza di indicare i propri hobby sul CV: "Se fai l'arbitro, anche da dilettante, ciò che si percepisce subito è che sei una persona che sa seguire bene le regole e che sa prendere decisioni in fretta. Se invece giochi a pallavolo avrai di sicuro un buono spirito di squadra", e via dicendo. Non sono cose da sottovalutare, perché il fattore umano è quello che rimane più impresso.

Definite un target. Desiderate tradurre letteratura? Studiatevi una bella proposta editoriale. Preferite i saggi di argomento economico o i manuali tecnici? Meglio clienti italiani o stranieri? Cercate in rete informazioni che possano aiutarvi a definire i vostri potenziali clienti. Magari sbaglierete i primi invii, ma col tempo il settore non avrà segreti e riuscirete ad ampliare il vostro mercato.

Rendetevi visibili. È così ovvio che a volte ce ne si dimentica, ma esistono altri mezzi di comunicazione oltre all'email: potete telefonare, inviare una lettera, passare direttamente in ufficio (in questo caso magari è meglio avvisare preventivamente). Per farvi conoscere e trovare potete inoltre creare biglietti da visita, partecipare a eventi e convegni del settore, iscrivervi a forum, portali tematici, aprire un blog, creare un sito, un video blog, impegnarvi a seguire i traduttori più attivi per capire come si muovono e chi più ne ha, più ne metta. L'importante è che sia qualcosa che rientri nelle vostre corde, altrimenti la fatica si triplica.

Ovviamente questi sono i consigli che do sulla base di quello che faccio io. Voi, invece, quali consigli dareste?

4 commenti:

  1. Brava Alice, bei suggerimenti! Direi che possono valere anche in altri campi ;-)

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    1. In tutti, direi. Anche se con le dovute differenze specifiche per ogni settore :)

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  2. Tutti i tuoi pregevoli consigli si potrebbero riassumere in uno solo: siate rassicuranti.
    Riuscire a trasmettere un senso di fiducia incondizionata è l'arma del successo nel lavoro.
    Per aggiungere qualcosa, si dovrebbe migliorare anche nel linguaggio del corpo: saper ascoltare mostrando (o fingendo...) interesse quando l'altro/a parla, non aver paura di sostenere lo sguardo dell'interlocutore sapendo rimanere discreti, non assumere posture di chiusura (braccia intrecciate, gambe accavallate, pugni chiusi o lasciarsi andare a tic nervosi) e replicare partendo sempre dall'ultima cosa detta dall'altro/a.

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    1. Sì, concordo con te: essere rassicuranti è basilare e lo è altrettanto un buon uso del linguaggio del corpo. Incontrare un cliente di persona è raro, per un traduttore, tuttavia capita spesso di sentirsi al telefono, e lì i tuoi consigli sono ugualmente validi: saper ascoltare mostrando interesse, replicare partendo dall'ultima cosa detta dall'altro, usare un buon tono di voce, scandire bene le parole, ecc. Grazie Gio!

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