lunedì 23 settembre 2013

Sulla strada per il Musée Renoir...

Questa volta ce l'abbiamo fatta, ad  andare al Musée Renoir. Anni fa ci avevamo provato, ma quando poi ci eravamo incastrati con la macchina nelle stradine del borgo medievale, dovendo poi uscire in retromarcia con gente che per metà  rideva, per metà ci insultava, avevamo deciso di rimandare. Stavolta, comodissimi, abbiamo usufruito dei magnifici pullman della Costa azzurra che, per 1,50  ti fanno viaggiare da Menton a Cannes. 

Durante il viaggio d'andata sono rimasta dapprima affascinata da una coppietta d'anziani: si tenevano per mano, tutti sorrisi. Il loro comportamento è andato lentamente mutando però una volta saliti sul pullman: occhi negli occhi, parlavano fitto fitto e si stringevano la mano, iniziando a salutarsi e a scambiarsi occhiate preoccupate, orari e programmi per ritrovarsi poi più tardi, verso sera. Lui è sceso due fermate prima e, mentre il pullman ripartiva, stavano a guardarsi e a sventolare l'uno e l'altra la mano in segno di saluto.

Le aiuole di L.
Poi siamo finalmente arrivati a Cagnes. Non conoscendo né la strada né il numero dell'altro bus da prendere, ho pensato bene di chiedere a una signora seduta lì alla fermata intenta a farsi i fatti suoi o, meglio (e io me ne accorgo sempre dopo... ), a limarsi e mangiarsi le unghie che di tanto in tanto sputava a terra dopo averle strappate con i denti. Era in realtà un'anima buona ma molto, troppo, premurosa. Ho tentato di allontanarmi fino alla fermata di fronte (dove intanto L. si fumava una sigaretta tranquillo, in attesa...), ma è riuscita a farmi  raggiungere da tre persone diverse e riportare lì da lei, ché con le gambe stanche, il corpo pesante e il bastone faceva fatica a muoversi. Poco prima che arrivasse il suo bus la limetta le è scivolata di mano e il suo dito si è fatto rosso pomodoro, grondante sangue. Ci siamo messe allora all'affannosa ricerca di un fazzolettino, mentre L. osservava di lontano i fiori delle aiuole e il bus accostava. Di un fazzolettino nessuna traccia, ma ha preso il suo carrello, è salita, le porte si sono chiuse, L. è ricomparso di fianco a me, io ho sospirato. Ho fatto appena in tempo a dirgli che comunque era simpatica, solo non mi lasciava più andar via, che...

...


... come a rallentatore...


...


... 


...

... le porte del bus si sono riaperte e lei è scesa di nuovo. 'Sti autisti!, ha gridato. Che maleducazione! Ho chiesto se aveva un fazzolettino per il mio dito, e mi ha risposto che mica fa l'infermiere!

L. era già scomparso.

8 commenti:

  1. Scena fantastica, sembra un film! Jacques Tati, magari, vista l'ambientazione?

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  2. Ecco, io in questo caso sarei quella che guarda le aiuole, mentre mr Fedo attira i pazzi ( magari la tua vecchietta non lo era, ma lui quelli attira).

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  3. Vero sembrava di leggere un racconto! Bello e perturbante

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  4. gli uomini sanno sempre quando defilarsi

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