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lunedì 7 aprile 2014

Facce da guardia

Turisti pronti a incontrarsi nel luogo X all'ora Y
A Londra avevo assistito al cambio della guardia una volta sola, da piccola, e lo ricordavo come un evento davvero imperdibile. Sarà che al tempo ero in compagnia anche di una ragazzina poco più grande di me con cui avevo trascorso l'attesa a giocare e ad arrampicarmi su qualsiasi elemento urbano agibile.








Stavolta, degnamente capace di intendere e di volere, ho compreso che il cambio della guardia è una di quelle cose che non mi esaltano: un gruppo di ragazzi talmente avviluppati in strati e strati d'abiti da far venir caldo solo a guardarli che camminano in modo ordinato per un cortile, osservando tutte le persone raccolte e abbarbicate attorno al cancello come se fossero esseri invisibili. 

Così ho iniziato a guardarmi intorno...












Lei si è divertita più di tutti

...e a fotografare i fotografi (che sono uno dei miei soggetti preferiti!)




In definitiva, il vero spettacolo per noi è stato lui, il ragazzo con la maglia rossa.


È giunto con l'aria di chi non si aspettava tanta gente, in quel quieto angolo di mondo dove è solito andare a correre in solitaria: "Che è tutta 'sta gente?", sembrava suggerire la sua espressione. "Ah, al solito, i tipi di Buckingham".

Chiaramente la sua routine non ha patito la pioggia (che a Londra è solo un abbaglio per i turisti), la folla, il trambusto, il passaggio dei gendarmi a cavallo o altro. No. Dopo un attimo di esitazione, stoico e impassibile, ha proseguito con rotazione del bacino, allungamento di polpacci, glutei e muscoli vari, saltelli sul posto... La sua espressione è rimasta inalterata per tutto il tempo. Era francese.


giovedì 3 aprile 2014

A mezz'aria

Ho preso l'autobus per un soffio, riuscendo a infilarmi appena in tempo tra le persone stipate e la porta. Avevo chiesto un'informazione a una signora, e lei aveva iniziato a raccontarmi la sua storia: il marito, il lavoro, il pendolarismo da Torino a Torino... Quando l'ho salutata l'eco della sua voce è rimasta imbrigliata nei miei pensieri. 

Poi ho alzato lo sguardo verso la pancia dell'autobus, e per un attimo ho creduto che quel giorno fossero rimasti imprigionati a mezz'aria i pensieri di tutti. 



lunedì 7 ottobre 2013

Project Unbreakable

Ieri, con la pioggia e il freddo e l'imbarazzante assenza in  casa di qualsivoglia preparato per una bella bevanda calda, bustine da tè comprese, mi è venuta voglia di coccolarmi rivedendomi Forrest Gump. Era da anni che non ci pensavo più, ma nei miei ricordi è stato archiviato nella sezione "film positivi".

Poi, continuando a gironzolare su Internet e per i suoi mille vicoli, mi sono imbattuta in Project Unbreakable***. Unbrekable, "indistruttibili", sono le persone che nella loro vita hanno subito violenze sessuali e che sono riuscite a sopravvivere. Il progetto è di natura fotografica ed è stato ideato da una giovane ragazza del Massachusetts, Grace Brown,  che un paio di anni fa ha iniziato a ritrarre le vittime di violenza sessuale chiedendo loro di scrivere su un cartello le parole che erano state rivolte loro dallo stupratore/stupratrice prima, durante o dopo la violenza. 

Grace racconta di come piano piano abbia iniziato a ricevere centinaia di email di persone che la ringraziavano per quello che stava facendo e di altri che chiedevano spontaneamente di poter inviare la propria foto. Mostrare una parte del male subito diventa così un modo di esorcizzarlo, allontanarlo grazie alla condivisione.

Cosa c'entra Forrest Gump con Project Unbreakable? Niente. È solo che questa scena, che non ricordavo più, l'ho trovata particolarmente toccante.



***Ho visto che di recente ne hanno parlato ovunque e in tutte le salse ma se, come me, ancora non lo conoscevate, questo è il sito ufficiale

martedì 4 giugno 2013

Scatto


Il treno percorreva la sua strada e io la mia, persa tra i pensieri. D'un tratto, dopo una galleria, il cielo è cambiato e ha attirato la mia attenzione. Mi sono ritrovata dentro il paesaggio, come se nella composizione dei colori, nella temperatura, nell'aria ora calda che prometteva pioggia, ritrovassi parte di me - e il vetro del finestrino non fosse altro che una pellicola sottile ed elastica volta a foderare i contorni delle cose.

Questa fotografia è uno scatto casuale, eppure mi piace fin nel più minuto dettaglio. 
Questa fotografia è uno scatto casuale, per questo mi piace fin nel più minuto dettaglio.


mercoledì 6 febbraio 2013

Nizza: Denis Brihat, Photographies 1958 - 2011


Al Théâtre de la Photographie et de l'Image Charles Nègre di Nizza si è tenuta fino al 3 febbraio una mostra su Denis Brihat, un fotografo contemporaneo particolarmente apprezzato perché considerato il vero grande maestro del virage, il viraggio.

Il viraggio in fotografia è "l'operazione (detta anche, meno comunemente, intonazione) mediante la quale i toni grigi e neri di una stampa in bianco e nero assumono un particolare colore: si effettua mediante una reazione chimica che porta a sostituire i granuli di argento metallico (di colore nero) con i granuli di un sale (d'argento o di altro metallo) ovvero di un altro metallo (oro, platino, selenio) ottenendo toni della gamma del verde, del rosso, ecc." (fonte: Treccani)

Altri fotografi americani avevano già iniziato a utilizzare questa tecnica ma - come ci ha spiegato un signore molto affabile che girava tra le stanze coinvolgendo i visitatori con spiegazioni e placidi dibattiti - "Brihat l'ha portata all'eccellenza, combinando tecnica e sensibilità artistica".

La serie dei Coquelicot, ovvero dei papaveri (1981-2000), è stata realizzata con il viraggio all'oro. Spettacolari, vero? Il papavero poi è il mio fiore preferito.



Coeur de pavot, 2000























Coquelicots, 1999









Le cipolle, sempre con il viraggio all'oro
(2003-2009)







Tulipe noir, 1977






Il tulipano nero, con il viraggio al selenio.















 I kiwi, con tirage argentique (stampa alla gelatina ai sali d'argento) e viraggio al ferro-vanadio.





Infine, l'Orchidée (1987)


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