Translating is not pouring wine from one bottle into another. Substance and form cannot be separated easily... Translating is more like wrenching a soul from its body and luring it into a different one. It means killing.
Rosmarie Waldrop, The Joy of the Demiurge
Ho trovato questa citazione un paio di giorni fa su Tumblr e mi è piaciuta molto, perché non solo parla di traduzione, ma mi ricorda la pittura. La pittura?, ci sarebbe da domandare. Sì, mi ricorda Kandinskij e una mattina di milioni di anni fa, quando in visita a Parigi per un paio di giorni mia madre e il suo compagno mi svegliarono all'alba per trainarmi attraverso una città silenziosa e immersa nel primo sole mattutino. Giungemmo al Centre Pompidou che saranno state le 7, ma il museo d'arte moderna era aperto e, fino alle 8, fantasticamente gratuito. Mi sembrava di dover camminare in punta di piedi, a quell'ora e in quel silenzio irreali, e non ricordo tantissimo se non l'emozione del trovarmi di fronte a un quadro di un artista che fino ad allora avevo conosciuto solo di nome (Internet non esisteva e non avevo manco l'età per poter dire di aver affrontato una lezione di storia dell'arte).
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Giallo Rosso Blu, 1925 |
Se una persona riuscisse a trovare il modo di spiegare un dipinto di quel calibro e a trasmettere forma e colore tanto quanto forza e intensità attraverso le parole o la musica o qualsivoglia altra espressione artistica, allora riuscirebbe in un atto traduttivo da un linguaggio all'altro. E quest'idea di ricerca passionale, attenta e violenta ma al contempo impossibile dell'esatta corrispondenza espressiva ed emozionale tra due codici diversi, dà un'idea più chiara di quella che è la vera difficoltà del lavoro del traduttore.
Oggi mi sono svegliata con voglia di città all'alba, silenzio e croissant. E di Kandinskij. Capita, alle volte.
Poi, devo festeggiare il mio primo milione di parole tradotte. In realtà l'ho superato da un po', ma me ne sono accorta soltanto oggi. Yay me!
Oggi mi sono svegliata con voglia di città all'alba, silenzio e croissant. E di Kandinskij. Capita, alle volte.
Poi, devo festeggiare il mio primo milione di parole tradotte. In realtà l'ho superato da un po', ma me ne sono accorta soltanto oggi. Yay me!