Visualizzazione post con etichetta Francia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Francia. Mostra tutti i post

sabato 4 gennaio 2014

Di traduzione: il mio primo milione!

Translating is not pouring wine from one bottle into another. Substance and form cannot be separated easily... Translating is more like wrenching a soul from its body and luring it into a different one. It means killing.
Rosmarie Waldrop, The Joy of the Demiurge


Ho trovato questa citazione un paio di giorni fa su Tumblr e mi è piaciuta molto, perché non solo parla di traduzione, ma mi ricorda la pittura. La pittura?, ci sarebbe da domandare. Sì, mi ricorda Kandinskij e una mattina di milioni di anni fa, quando in visita a Parigi per un paio di giorni mia madre e il suo compagno mi svegliarono all'alba per trainarmi attraverso una città silenziosa e immersa nel primo sole mattutino. Giungemmo al Centre Pompidou che saranno state le 7, ma il museo d'arte moderna era aperto e, fino alle 8, fantasticamente gratuito. Mi sembrava di dover camminare in punta di piedi, a quell'ora e in quel silenzio irreali, e non ricordo tantissimo se non l'emozione del trovarmi di fronte a un quadro di un artista che fino ad allora avevo conosciuto solo di nome (Internet non esisteva e non avevo manco l'età per poter dire di aver affrontato una lezione di storia dell'arte). 

Giallo Rosso Blu, 1925
Se una persona riuscisse a trovare il modo di spiegare un dipinto di quel calibro e a trasmettere forma e colore tanto quanto forza e intensità attraverso le parole o la musica o qualsivoglia altra espressione artistica, allora riuscirebbe in un atto traduttivo da un linguaggio all'altro. E quest'idea di ricerca passionale, attenta e violenta ma al contempo impossibile dell'esatta corrispondenza espressiva ed emozionale tra due codici diversi, dà un'idea più chiara di quella che è la vera difficoltà del lavoro del traduttore.

Oggi mi sono svegliata con voglia di città all'alba, silenzio e croissant. E di Kandinskij. Capita, alle volte.
Poi, devo festeggiare il mio primo milione di parole tradotte. In realtà l'ho superato da un po', ma me ne sono accorta soltanto oggi. Yay me!

lunedì 4 novembre 2013

Nizza: Palais de la Jetée Promenade

Mi ha sempre affascinata, il Palais de la Jetée Promenade di Nizza. Come tante cose belle, quella costruzione meravigliosa, che allora fungeva da casinò, ristorante e padiglione musicale, non esiste più. Tuttavia di luogo in luogo, da ormai un paio d'anni, ho provato a raccoglierne le immagini. Alcune di recente le ho perse a causa di un trasferimento forzato da un pc all'altro, ma prima o poi conto di ritrovarle. Intanto, ecco quelle che mi sono rimaste...

Promenade des Anglais

Se ingrandite la foto, vedrete una sorta di molo bianco più avanti, nel mare. Era lì che sorgeva questo incredibile palazzo, ritratto nell'immagine.

Il progetto per la sua costruzione venne adottato nel 1875 e si ispirava al Crystal Palace di Hyde Park, a Londra. I lavori iniziarono solo anni dopo, una volta risolto il problema della sua collocazione, sul mare. Tuttavia i contrattempi non si limitarono a questo: un incendio nel 1883 otto giorni prima dell'inaugurazione, seguito dalla dissoluzione della Società che presiedeva i lavori nel 1885, fecero sì che il palazzo venisse completato solo intorno al 1891.

Palais de la Jetée Promenade

Modellino esposto al Musée Masséna

Quadro esposto al Musée Masséna

Ebbe comunque vita breve: il 20 dicembre 1942 il Palais chiuse definitivamente. Nel corso del 1943 venne svuotato lentamente di tutti i suoi elementi, mentre nel 1944 i tedeschi decisero di recuperare e riutilizzare tutte le parti metalliche che ne componevano la struttura. Oggi non rimane che questo, un bianco scheletro arrugginito a qualche metro da riva... 


Io ancora non riesco a farmene una ragione.


sabato 2 novembre 2013

Nizza: Promenade du Paillon (et cetera)

A Nizza quest'ultima volta non ci siamo dati molto alla scoperta, ma una sera, mentre con L. tornavamo da una cena - dove mi è stata servita questa... 
Era anche buonissima!

... ho trovato un giornale abbandonato sul sedile del bus che dava notizia dell'inaugurazione, il giorno seguente, del nuovo parco della Promenade du Paillon, quella che si raggiunge da Place Masséna. 


La sera dell'inaugurazione


The day after

Notturna


Una meraviglia! Complice anche il fatto che di sottofondo, quando siamo arrivati, c'era la seconda aria de La regina della notte del Flauto magico cantata dal vivo, con gli zampilli delle nuove fontane a scandire il tempo, mentre nella parte di parco antistante, verso la Fontain des Tritons, spruzzi d'acqua nebulizzata creavano un intrigante effetto nebbia (leggasi: mi sono divertita tantissimo a giocare con l'acqua nebulizzata).

Verso la Fontaine des Tritons
Si vede che mi diverto tantissimo?

Da annotare il fatto che mi sono anche persa linguisticamente, ma in modo diverso dal solito (ovvero con due lingue soltanto): a un certo punto della serata, reduce da un discorso in inglese ma volendo tradurre per L. alcune scritte in francese che scorrevano su uno dei monitor montati per l'occasione, ho iniziato a tradurre direttamente in inglese con accento francese, per poi iniziare a parlargli in francese invece che in italiano. A quel punto, mentre lui mi domandava perché non potessi semplicemente parlare italiano (furbo, lui!), ho provato un attimo di panico, cercando di ripristinarmi in modalità standard. 

Vi è mai successo?

Aggiornamento: qui, qui e qui si possono ascoltare dei pezzettini delle musiche della serata. La qualità dei video è pessima, ma per farsi un'idea: i cantanti si trovavano in mezzo a tutti quegli zampilli.

giovedì 3 ottobre 2013

Nizza: collina by night

La Baie des Anges vue du château de Nice
François Bensa
Olio su tela, 1880 ca., conservato al Musée Massena
Volevo parlare della collina del castello, di Torre Bellanda, del parco... Non posso. Tanto di informazioni se ne trovano ovunque, corredate dalla frase tipica:  "è uno dei posti più belli di Nizza". Magari lo è, ma io preferisco di gran lunga il curvone al fondo della Promenade, con la meridiana e le panchine in pietra che sono un tutt'uno con il  resto dello slargo, le luci indirette dislocate lungo il cornicione che diffondono luce soffusa e tanta gente: amici che parlano a voce bassa, coppiette che si scambiano segreti che automaticamente cessano di essere tali e persone che se ne stanno semplicemente lì, come ho fatto io quasi tutte le sere di agosto, a gustarsi il tramonto. 

Della collina di Nizza ci sono tuttavia alcune cose che è bene godersi almeno una volta:

- la poesia di Joseph-Rosalinde Rancher in nizzardo


Joseph-Rosalinde Rancher, 1785-1843

- la gente ipnotizzata...



- ...dal panorama


Baie des Anges
Baie des Anges

- alcune scritte (in greco?) vicino a delle rovine romane











- il porto notturno che sembra un fumetto
 

- il parco completamente spopolato poco prima della chiusura



Ecco: "Il parco completamente spopolato poco prima della chiusura" è un rischio, perché - per l'appunto - chiude. Noi siamo riusciti ad uscire per un pelo, arrivando al cancello d'ingresso proprio mentre il guardiano stava girando la chiave. Ci siamo fatti una bella corsa tra scalette, vialetti, sentierini e ratti che, complice il buio, si davano alla pazza gioia banchettando nei pressi dei bidoni della spazzatura o tagliando la strada a me (due volte).


mercoledì 2 ottobre 2013

Sguardo sulla fauna nizzarda

Tempo fa leggevo in un libro che tanto mi è piaciuto, Ascoltavo le maree, un brano bellissimo (lo riporterò non appena lo avrò sottomano).

Il  protagonista, persa la compagna che lo aveva accompagnato nella vita per 23 anni, si interrogava sulla diversa dimensione dello stare al mondo, in coppia e da soli: il modo diverso di rapportarsi agli  altri, di entrarvi in confidenza, le persone che si attraggono quando non si è in due in viaggio, per strada, su un autobus, in attesa sulla pensilina o sul binario di una stazione. Per lui i viaggi erano l'organizzare insieme, un brivido condiviso, una trama di pensieri che prendeva forma da uno scambio di opinioni, un ricamo sul mondo osservato con lo stesso sguardo. 

Pensavo a  questo quando L. è partito e io mi sono concessa ancora un paio di giorni a Nizza senza di lui, visto che nei viaggi di solito sono sola soltanto durante gli spostamenti, in quei non luoghi che amo tanto quanto la destinazione stessa. Guardo le cose in modo diverso, senza di lui?, mi sono chiesta. Era chiaramente una domanda circostanziale, ovvero: Guardo le cose in modo diverso, senza di lui, in una città che non è la mia o la nostra?

Sì. 
Diverso è il silenzio, che se condiviso ha un rumore e una trama sue proprie. 
Diversa è la velocità del mondo che ruota, che si misura in due passi alla volta.

Il mio sguardo seguiva, come un'ape, i fiori silenziosi e gli attimi di quiete dei cuori altrui...













... e lui!




Dite che se n'è accorto?

martedì 1 ottobre 2013

Nizza: non-italiani in gita al Mont Boron


Ormai felicissimi di tutti questi parchi e giardini che avevamo trovato, ne abbiamo cercati attivamente altri, incappando nel parco forestale del Mont Boron (e adiacente Mont Alban). Informazioni dettagliate si possono trovare su Wikipedia. Come si vede nella foto, ci si arriva direttamente col bus n. 14, che nel nostro caso - ovvero di domenica - abbiamo dovuto attendere per un'oretta.


A parte noi di turisti ce n'erano davvero pochi, ma è anche vero che era il primo giorno nuvoloso dopo una settimana di intensissimo sole. Noi, uno zainetto con il pranzo e tanta voglia di giocare a fare gli esploratori, non ci siamo lasciati intimorire.

In compenso ci siamo persi 7/8 volte.



Il problema è che non riuscivamo a far coincidere il disegno sulla mappa, presente solo ed esclusivamente sul piazzale principale, con ciò che avevamo intorno.







Poco male, però: prima ci siamo persi in uno splendido sentiero sterrato, dove una pineta ha fatto da contorno al nostro pranzo e dove una signora, poco distante, leggeva un romanzo in costume e pareo (non annoterei il fatto se non fosse stato particolarmente inusuale, anche se so di persone che nelle foreste amano girare in mutande). 


Poi siamo finiti su quest'anonima strada privata....








...che ci ha regalato questo meno anonimo e più spettacolare panorama.


Nizza
Lato est - Villefrance-sur-Mer

Villefrance-sur-Mer

Villefrance-sur-Mer

Villefrance-sur-Mer

Forte di Mont Alban

Infine abbiamo compreso che potevamo darci comunque una direzione e dirigerci verso uno dei due forti presenti sul monte: il forte del Mont Boron o quello del Mont Alban. Dopo aver imboccato altri 6 o 7 sentieri e chiesto informazioni a qualsiasi essere animato sul nostro cammino, una signora mollemente dedita a stiracchiarsi sull'uscio di casa ci ha felicemente indirizzati verso quello che, a detta sua, era il più vicino e il più bello. 




Nizza - Entroterra

Nizza - Il porto e la collina del castello




























Strana struttura dietro al castello
Nel piazzale c'era un signore italiano che, in risposta all'addetto del parcheggio che gli spiegava che non poteva lasciare la macchina lì, urlava - senza neanche tentare di abbozzare una mezza parola in francese - che tanto ci avrebbe messo soltanto 5/15 minuti, che non era giusto e che... beh, niente, lui tanto se ne fregava, cosa avrebbe potuto fargli? Bucargli le ruote? Quindi, cellulare alla mano, che c'aveva una telefonata urgente, si è allontanato biascicando qualche insulto verso l'intero popolo francese. 

Di fronte al castello, invece, un gruppetto di italiani rideva della guardia che li aveva invitati a non gettare sigarette a terra. 

Per una mezz'oretta io e L. siamo stati zitti. Temevamo potessero scambiarci per italiani.



domenica 29 settembre 2013

Nizza: Parc Phoenix

"Nuda", realizzazione in acciaio
Dominique de Séguin
Il Parc Phoenix l'abbiamo scoperto per caso, curiosando qua e là su Internet per scoprire cose nuove da vedere che non fossero i soliti monumenti, e non ci siamo assolutamente pentiti della visita. Ospita un numero incredibile di specie vegetali e animali ma, a differenza di uno zoo, alcuni sono lasciati liberi di vagare per  la sua superficie. Ad esempio sembrerà incredibile, ma io non avevo mai visto un tacchino dal vivo.






L: "Come fai a non aver mai visto un tacchino dal vivo? TUTTI hanno visto un tacchino dal vivo  almeno una volta, alla tua età"
A: "In compenso ho visto  le pantegane del Po. Dimmi, tu le hai viste le pantegane del Po? Le hai viste?"






Né una lontra.


Un cartello lì accanto descriveva tutto il rito di accoppiamento, che sembra piuttosto violento: il maschio insegue la femmina, le morde la testa tenendola ferma con gli arti anteriori, la trascina sott'acqua e lei, una volta salita in superficie, lancia grida forti e acute dibattendosi. Poi inizia l'accoppiamento vero e proprio, che può durare  dai 20 ai 45 minuti. 

C'erano poi pavoni, galli e galline in libertà, canguri, criceti, iguane, caimani, porcellini d'India, testuggini, tantissimi uccelli, insetti e pesci. La maggior parte degli animali non erano in vere e proprie gabbie, ma in spazi molto ampi e ben progettati.



Lì c'è l'occhio di un caimano che spunta
Voliera





Di spazio del resto ce n'è tantissimo: un immenso parco esterno in aggiunta a quella struttura piramidale che si vede in foto, che ospita le specie più esotiche e al cui interno l'aria è incredibilmente calda e umida, come si conviene.




Incredibile soprattutto il numero di specie vegetali, circa 2.500.

Ceiba Speciosa, tipica delle zone subtropicali

































Orchidee















Pavone


















All'ingresso della piramide c'era questo: un simpatico defibrillatore cardiaco. Non ne ho visti altrove e ancora mi domando perché l'abbiano messo proprio in questo parco.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...