Con un’amica che lavora come traduttrice letteraria parlavamo
qualche giorno fa dei rispettivi programmi settimanali. Tra lezioni,
commissioni e impegni, ho domandato a voce alta: ma una persona con un lavoro
ordinario, dove con ordinario intendo
con orari prestabiliti e definiti da altri, come fa a organizzarsi con tutto?
“Visite mediche, spesa, tutto quanto problematico”, mi ha
detto lei. “Però almeno non hai la gente che insiste perché tu partecipi a
eventi e compleanni anche quando hai da fare. Se uno è di turno, è di turno. Ma
se tu hai una consegna e devi lavorare un’ora di sabato pomeriggio… SHOCK”.
Ho riso tantissimo perché è vero: come traduttore/traduttrice,
ma forse più come freelance in generale, queste frasi o espressioni le senti
con una frequenza piuttosto allarmante e arrivi a un punto in cui basta,
finisce lì: le tue orecchie non vogliono udire.