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giovedì 1 maggio 2014

It's gonna be the best day of my life



Ho sentito questa canzone qualche giorno fa in un mercatino dell'usato vicino a casa. Stavo scartabellando tra i libri in offerta (ho trovato Il letto di Alice di Schine Cathleen a 50 centesimi, anche se non mi ha ancora convinta) e ho cominciato a canticchiarla in automatico. Ora la metto a tutto volume tutte le mattine prima ancora di fare colazione. Al di là del ritmo, che mi garba, mi piace iniziare la giornata pensando che quel giorno, proprio quello, sarà il più bello della mia vita, qualsiasi cosa abbia in programma di fare. Non lo so perché, ma di recente sono di ottimo umore (e per esserlo non serve un perché...). 

Poi l'altro giorno avevo voglia di musica nuova e ho chiesto suggerimenti. Li ho messi tutti in fila e mi sono creata una playlist particolarmente eterogenea che mi accompagnerà per il prossimo mese. Se volete aggiungere un vostro personale suggerimento, sarà davvero ben accolto.

Ah. Tra le canzoni a me sconosciute c'era questa, che credo sia un vero e proprio gioiellino.



Vi copio la playlist aggiornata ad oggi. Alcune canzoni non mi convincono granché, ma lo scopo era proprio provare ad ascoltare qualcosa di nuovo, perciò... 

  • Whitesnake - Is This Love
  • Rodriguez - Sugar Man
  • Sheryl Crow - Run, Baby, Run
  • Il teatro degli orrori - Non vedo l'ora
  • Stromae - Formidable
  • Wisin - Que viva la vida
  • Da Frozen della Disney: Let it go
  • Alex Vargas - Howl
  • Sade - Jezebel
  • Kodaline - One Day
  • Joni Mitchell - Big Yellow Taxi
  • Marijonas Mikutavičius - Aš Miręs
  • Armasta Mind Nii - Blacky
  • Ben Mazué - L'homme modeste

sabato 9 novembre 2013

8 hours Labour, 8 hours Recreation, 8 hours Rest

Robert Owen, 1817

Da lunedì mi sono imposta ritmi di lavoro regolari e precisi: otto ore di lavoro, niente straordinari e la sveglia anche per la pausa pranzo. 

È un esperimento. Vorrei capire come si sta seguendo una routine regolare. 

Come mi ci trovo? Non saprei dire (per ora mi sembra un incubo), mi sento prosciugata d'ogni parola (infatti questo è un post sul non avere nulla da dire) e paradossalmente sono più stanca di prima (forse perché finisco per dormire un'ora in meno?). Tuttavia non demordo (ma mi annoio tantissimo). 

Un tempo avevo desideri più semplici, tipo poter cantare Goblin Girl a squarciagola. 



domenica 15 settembre 2013

Nizza: Xirois Girona

Ci eravamo appena seduti su un gradino in una piazzetta dove so esserci il wi-fi gratuito e dove, pertanto, controllo sistematicamente la posta, quando sono arrivati loro.











Erano talmente vicini a noi che non sono riuscita a fotografarli tutti insieme. Hanno poggiato alcuni strumenti accanto a me e poi, con dei sorrisi meravigliosi, hanno iniziato a suonare. Ora, io non sono un'appassionata di musica, ma erano talmente felici di essere lì in quel momento, talmente spensierati e vibranti, che non ho potuto fare a meno di rimanere rapita dai loro ritmi. 

Non solo io: nel giro di un paio di minuti la gente ha cominciato a fermarsi e un'eccentrica signora vestita di rosa si è messa a ballare prima davanti, poi in mezzo a loro.



I miei preferiti erano ovviamente il ragazzo e la ragazza che erano proprio di fronte a me, visto che potevo seguire ogni singolo sguardo che si lanciavano. Uno spasso. 




Ecco due video. La qualità non è ottima, ma rendono l'idea. Nel primo la signora di rosa vestita cerca di coinvolgere anche un altro passante, senza successo. 







Lo spettacolo è durato poco: non avevano i permessi e un paio di poliziotti in bicicletta hanno detto loro che non potevano continuare a suonare. Han raccolto le loro cose, son venuti a domandare a me (si vede dalla faccia che adoro dare informazioni?) se conoscevo qualche paesino dove sarebbero potuti andare e io a mia volta ne ho approfittato per scoprire il nome del gruppo. Sono i Xirois e vengono da Girona, España. Li potete trovare qui, ma anche su Facebook, TwitterMySpace (sì, praticamente ovunque!).

martedì 21 maggio 2013

venerdì 3 maggio 2013

Torino: Let's Swing! al Jazz Festival


Quest'anno a Torino è tornato il Jazz Festival e io l'ho colta come una splendida occasione per uscire di casa praticamente tutte le sere. In particolare, ci sono andata tre volte: la prima ha cominciato a piovere a catinelle, la seconda (cause varie) siamo arrivati a spettacolo concluso e la terza... abbiamo ballato lo swing!

Da notare che la mia amica mi ha passato il video per imparare i passi tre giorni prima e quindi, vista la fretta, ho trascorso le giornate a tradurre e a prendermi pause ballerine in cui allontanavo la sedia dal tavolo, facevo un po' di spazio e mi mettevo a fare pratica. Il mio cane puntualmente non capiva il motivo di tanta agitazione e mi saltava addosso, un po' per partecipare, un po' per incitarmi a rimettermi al lavoro.

Ecco allora il video di Let's Swing!, ovvero del mini-flash mob organizzato per l'occasione (e mi si vede anche, nelle retrovie!). Non fossimo stati così stipati, sicuramente mi sarei divertita di più.


martedì 5 febbraio 2013

Nizza: Palais Lascaris, per chi ama la musica

Quando il posto che si desidera raggiungere è nella città vecchia, lasciate la cartina a casa, perché è assolutamente inutile. Potreste essere fortunati e imbattervi subito nei cartelli che vi porteranno a destinazione (non nel nostro caso), potreste trovare subito qualche negoziante che conosce bene la zona (non nel nostro caso) o potreste continuare a girare in tondo e poi ritrovarvici davanti (eccolo il nostro caso!). C'è da dire che io ho il senso dell'orientamento di una foglia di lattuga e L. delle cartine se ne infischia.

Palazzo Lascaris è in una di quelle viuzze strette strette della città vecchia, tra negozietti colorati e minuscole gallerie d'arte. Costruito a metà del XVII secolo per i Conti Lascaris di Ventimiglia, resta dimora privata fino alla Rivoluzione. La città di Nizza lo acquista solo nel 1942, trasformandolo in monumento storico quattro anni dopo.

L'interno è molto bello, ma difficilmente fotografabile: un po' per le strane luci che vi hanno messo, un po' perché la maggior parte degli spazi sono molto stretti. Tuttavia, anche se ho scattato tutte foto storte e stranamente illuminate, sono rimasta infinitamente soddisfatta: non sapevamo fosse un museo dedicato agli strumenti musicali e L. è letteralmente impazzito. Insomma, lui è quello che se ne sta sempre un po' impassibile (l'ho visto  scomporsi solo per Caravaggio e il concerto dei Bauhaus) e si lamenta spesso del fatto che io stia sempre lì a far foto a qualsiasi cosa. Stavolta, invece, si è girato bruscamente verso di me e mi ha intimato di fotografare TUTTO.

Purtroppo noi siamo andati di pomeriggio, senza sapere che proprio quella mattina vi era una piccola conferenza con concerto. La prossima volta...

Dopo quel triste tentativo di fotografia per le scale che portavano al primo piano, questa è la prima sala che ci ha accolti. Il manifesto presenta il primo concerto di Liszt a Londra nel 1824 con un piano Erard a scappamento doppio, quello a destra. 




Sébastian Erard, verso il 1811

Poi ci siamo imbattuti nella Calderarpa (fotografata su entrambi i lati), strumento brevettato nel 1886 da Andrea Luigi Caldera, ingegnere torinese, in collaborazione con Giovanni Racca, un artigiano specializzato nella realizzazione di pianoforti di Bologna. Ve ne sono altre due al mondo: una conservata al Museum of Art a New York e l'altra in una collezione privata. 

Ecco poi i piani Boisselot et fils. Iniziarono la loro produzione nel 1831 ed ebbero subito un immenso successo. I loro primi brevetti risalgono già al 1839 e nel 1844 brevettarono quello che oggi è conosciuto come il pedale sostenuto, introdotto poi anche da Steinway nel 1874.

Ad Altenburg, in Turingia, nella casa in cui visse tra il 1848 e il 1861, Liszt aveva un piano Bechstein, un Erard e un Boisselot. Scrisse a Xavier Boisselot:
Sappi che negli ultimi 13 anni ho tenuto nel mio studio privato a Weimar il pianoforte a coda inviatomi a Odessa nel 1846 dal tuo eccezionale fratello. Anche se i tasti sono quasi del tutto consumati per tutta la foga della musica passata, presente e futura, non permetterei mai che venisse restaurato e sono deciso a tenerlo, come compagno prediletto del mio lavoro fino alla fine dei miei giorni.


I piani Pleyel
"Oltre al pianoforte a coda (Pleyel), Chopin ha sempre avuto un pianino col quale impartiva le sue lezioni. Si trattava di un pianino che venne inviato a Maiorca durante il suo viaggio con George Sand, n° 6668, sul quale egli compose i suoi preludi".

Con pianino si intende un piano verticale.

Serinette
La serinette è un  piccolo organo meccanico utilizzato per insegnare delle brevi melodie agli uccellini. Fu inventata in Francia a metà del XVIII secolo, ma... da chi?! Chi è che ha pensato a uno strumento specifico per questo scopo?! Antoine Henry (non sono riuscita a trovare informazioni su quest'uomo, sfortunatamente).











Clavicembalo, fine del XVIII secolo

Pianoforte quadrato di Joseph Simon




Modellino di un claviciterio

Uh, c'erano tantissimi altri strumenti, ma finite le obbligatorie foto alla sezione dei pianoforti mi sono lasciata solo trasportare dalla bellezza di queste arpe a luci rosse. Quella in primo piano apparteneva alla contessa Beaumont, le altre due sono prototipi sempre a cura di Sébastien Erard. Le iniziò a costruire circa nel 1790, arrivando a realizzare quella che è l'arpa utilizzata oggi, ovvero l'arpa "a doppio movimento" 







Le uniche foto vagamente decenti degli interni del Palazzo.






sabato 22 settembre 2012

Umberto Maria Giardini

Ieri è stata finalmente pubblicata l'intervista di Luca a Umberto Maria Giardini, dai più conosciuto come Moltheni. Ho visto anche le date del tour e ho già capito che a novembre dovrò fare in modo di essere a Torino. Sono riuscita a vederlo dal vivo una volta sola, a Roma, qualche anno fa. Poi, per un motivo o per l'altro, ci trovavamo sempre nella città sbagliata al momento sbagliato.


Intanto, il 5 ottobre esce il nuovo disco. Il video di "Quasi Nirvana" ne è un godibilissimo preludio.
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