lunedì 18 giugno 2012

2 euro per i terremotati

Oggi un mio contatto ha pubblicato questo articolo, incentrato sulla gestione dei soldi raccolti quando, in seguito al terremoto in Abruzzo, è stato chiesto ai cittadini desiderosi di aiutare di inviare un messaggio e così donare 2 euro alle persone che avevano perso affetti, case e speranze. 

Mi è venuta la pelle d'oca. Queste iniziative non solo sono inutili, ma a distanza di tempo viene periodicamente svelata la loro natura utilitaristica. Ben lungi dall'essere espressione di un reale afflato umanitario, si trasformano in trappole ancora più pericolose, perché il problema diventa duplice: mentre da una parte le persone colpite da queste disgrazie vengono abbandonate a se stesse (gli esempi sono numerosi, se ne può scegliere uno a caso), dall'altra vengono chiesti soldi ad altri privati che finiscono per sovvenzionare un sistema non trasparente, che riflette un modo di aiutare i terremotati molto - troppo - sui generis. 

Questo nella foto...


... è un esempio di abbandono. Sono i prefabbricati costruiti a Potenza dopo la devastazione della città per il terremoto che colpì l'Irpinia nel 1980. Dopo 32 anni e a Potenza, nel quartiere di Bucaletto, vi sono ancora gli originari prefabbricati in amianto dove vivono le famiglie terremotate, in attesa che il progetto iniziale venga terminato o di ricevere i tanto promessi aiuti. 



3 commenti:

  1. Non 2 euro per i terremotati, ma solo 1,85. I 15 centesimi se li prende in partenza la compagnia di telefonia mobile per il servizio.
    E questo è solo l'inizio della scrematura, purtroppo.

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  2. La questione dei 15 centesimi mi mancava. Se devolvessero tutti i fondi che vengono spesi a girare gli spot e ad attivare risorse secondarie, probabilmente tutto sarebbe già stato ricostruito. Assomiglia molto a una delle situazioni della Teoria dei giochi di Berne. Da brividi.

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  3. Lavorando in una multinazionale delle telecomunicazioni mi tocca confermare quanto scritto da Gio Ve.

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