I buddisti si avvalgono di una buona pratica: alla fine di ogni settimana segnano su un quaderno tutto quello che li ha fatti uscire dai gangheri, causato preoccupazione, rabbia e indignazione. Note brevi, il tutto riassunto in poche parole. Alla fine del mese rileggono l'elenco e si osservano per capire quali sono gli episodi, i fatti, che continuano a inquietarli o a rattristarli, quali invece hanno perso completamente importanza. Gli ultimi vengono cancellati. In questi casi uno si rende conto, con sgomento, che a volte si innervosisce, si agita solo per stupidaggini. Cose, episodi, che a distanza di qualche giorno o settimana, non contano più. Col tempo si capisce invece, quali sono i fattori di vero peso, che ci influenzano sul piano della sensibilità.
Da "I rosicatori dell'anima", di Péter Popper
Bellamente copiato da Ungherese in Italia, il blog di Andrea Rényj (a cui si deve anche la traduzione del brano). Lì vi si trovano anche le buone regole da seguire.
Geniale! Quando sono in buona io ci riesco anche nel giro di qualche ora. Basta pensare per un po' ad altro, e poi quando si torna al pensiero irritante lo si ritrova spesso sgonfiato (vale anche per la voglia improvvisa di comprare qualcosa di inutile).
RispondiEliminaAhi, la voglia di comprare qualcosa di inutile è insidiosissima...
EliminaMi piace. Ottima idea!
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