"Il Parco Dora è un parco postindustriale...", scrive Wikipedia. Ottima definizione, visto che i segni di un quel passato ci sono tutti, ma aggiungerei anche che sembra un parco postapocalittico. È la seconda volta che mi ci reco: la prima volta c'era un bel sole e nessuno in giro, la seconda un po' di nuvole e... nessuno in giro. È vero che amo le zone disabitate, ma sembra che mi riesca particolarmente bene trovarle, come nel caso della Crocetta.
Stavolta l'elemento distintivo è che in teoria, nella parte che mi piace di più, ovvero quella che dal fiume si rivolge verso il centro commerciale, non si potrebbe ancora andare. È un divieto che non capisco, che sembra lasciato un po' al caso: le recinzioni non percorrono tutto il perimetro, alcune reti sono state smontate e già tutto sembra essere stato abbandonato un po' all'incuria.
In alcuni punti, nei prati che separano i sentieri asfaltati, l'erba è molto alta e piena di papaveri, piante di camomilla e altri fiori che non riconosco. In lontananza si vedono la collina, Superga, la torre della chiesa Faà di Bruno e i resti vuoti delle fabbriche che un tempo ingrigivano la zona, che molto ricordano gli scheletri delle balene che si vedono nei musei di Storia naturale.
La torre evaporativa |
Non è per nulla una meraviglia. Eppure c'è qualcosa, in tanto abbandono, che mi affascina. Forse è il fatto che d'un tratto, se non per qualche punto di riferimento lontano, ci si sente del tutto avulsi dal contesto cittadino. O forse è l'artificialità che si annusa nell'aria, poi andata sfumandosi.
Sicuramente nel giro di qualche mese il Comune invierà qualcuno a falciare l'erba, a sistemare i cestini, ad abbellire, a dare una disposizione ordinata ai fiori e a tutto quello che si può far rientrare in uno schema geometrico, a uniformare. Certo qualcuno che raccolga le cartacce e le lattine già presenti qui e là è necessario, tuttavia - anche se non dovrei - spero che ci siano abbastanza fondi solo per quello e nient'altro. C'è un che di liberatorio e piacevole, in tanto mancato rigore.
P.S. La zona di cui parlo è l'Area Michelin - 89.000 metri quadrati. Il Parco Dora, nel suo complesso, ne misura 456.000.
Descrizione affascinante, e il nome Dora Baltea evoca l'avventura per me, che in quei posti non ci sono mai stata.
RispondiEliminaIn effetti io un po' avventuriera mi ci sono sentita ;)
EliminaIl posto e' davvero interessante... ma non lo chiamerei parco. Chissa' se chiamandolo semplicemente area potrebbe servire a tenere lontani i geometri del verde!
RispondiEliminaQuando ho visto la torre evaporativa ho pensato alle tue follies ;)
Elimina