martedì 28 maggio 2013

Messaggi per gli alieni e le generazioni future

Mi è appena venuto in mente che quando avevo intorno ai 7/8 anni mi fecero scrivere un biglietto con un mio sogno per il futuro. Doveva essere infilato in una sorta di capsula insieme a quelli di altri bambini e inviato - genericamente - nello spazio. "Come un messaggio in bottiglia", mi avevano detto. "Magari lo trovano altre forme di vita". 

Al tempo ci avevo fantasticato tantissimo. A distanza di anni, mi domando che cosa avessi scritto ma, soprattutto, che razza di progetto fosse (senza troppo stupirmi: mi coinvolgevano sempre in  tantissimi progetti strambi presentandomeli come giochi divertenti - anche se all'invito di imparare il Padre nostro in tedesco avevo opposto un secco e definitivo rifiuto).

Così, seguendo il filo dei pensieri, mi sono ricordata di Mamaev Kurgan, la collina di Volgograd sulla quale si trova il memoriale della feroce, e soprattutto estenuante, battaglia di Stalingrado (l'odierna Volgograd, appunto) che vide scontrarsi gli eserciti russo e tedesco dall'agosto del 1942 al febbraio del 1943. Il memoriale è un imponente e immenso percorso lungo la collina, la cui espressione visiva più famosa è la statua della Madre Patria ("La Madre Patria chiama!") svettante ed enorme in cima. Quello che mi aveva colpito di quel luogo non era tanto la monumentalità del tutto, che comunque era davvero notevole, quanto più il viaggio nella memoria attraverso quelle testimonianze su pietra, le manifestazioni del dolore e dell'eroismo che riproducevano, il forte desiderio di non dimenticare, a partire dalle incisioni su lastra alla base della collina che riportano i nomi delle tredici città sovietiche che si distinsero nella lotta (se non ricordo male: Mosca, Stalingrado, Leningrado, Murmansk, Minsk, Kiev, Sebastopoli, Novorossijsk, Brest, Tula, Kerch, Odessa, Smolensk). 

Senza perdermi e dilungarmi, quello di cui volevo parlare era comunque il messaggio destinato alle generazioni future che i reduci di quella battaglia scrissero il 9 maggio 1970. Il loro non è partito per lo spazio, ma è invece rimasto custodito tra quelle mura, appena prima dell'enorme mausoleo sulle cui pareti sono riportati in minuzioso ordine i nomi dei tantissimi caduti (si stima che persero la vita complessivamente 2 milioni di persone). Quel messaggio verrà letto il 9 maggio 2045, cent'anni dopo la vittoria sovietica, ricordando le perdite, la disperazione, l'incertezza e la paura di quegli anni.

Ora, non vorrei dire, ma chissà che cosa si troveranno invece tra le mani gli alieni...

Memoriale di Mamaev Kurgan - commemorazione del Milite Ignoto
P.S. Al memoriale suona continuamente in sottofondo Traumerei, un brano di Schubert. Qui è interpretato da Horowitz. Buon ascolto.


25 commenti:

  1. Con un po' di fantasia, facciamo finta che già siamo nel 2045. I Sovietici morti di allora (circa 23 milioni!) se si risvegliassero oggi si troverebbero nella Russia meno estesa di sempre dai tempi di Pietro il Grande, che perde circa un milione di abitanti ogni anno per declino demografico, accorciamento della vita media ed emigrazione. Molte delle città da te elencate hanno cambiato nome; la seconda più estesa, addirittura, ha un nome tedesco ("Sankt-Peterburg").
    Ora, se mettiamo che da ora al 2045 la Russia potrebbe arrivare ad avere la stessa moneta della Germania o addirittura vedere l'estinzione del suo alfabeto per via della crescente globalizzazione, poveracci, quei 23 milioni che certamente si stanno rivoltando nella tomba.

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    1. Sì, la stima di due milioni si basava sulla sola battaglia di Stalingrado (fronte sovietico E fronte tedesco). I numeri sono raccapriccianti, in entrambi i casi.

      Personalmente, spero che il messaggio non contenga un rimando alla grandezza del Paese o simili, ma sia piuttosto una condanna della guerra in toto. Dici che spero troppo? :)

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  2. Bellissimo post, molto istruttivo. Grazie, Alice.

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  3. Sono poco seria, perdonami, però ho subito pensato che il messaggio sarà 42 (ok, ok, me ne vado).

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  4. Bellissimo post, ben documentato e ben scritto; il che non guasta!
    Anche la verità storica è una questione di stile.
    Probabilmente, (o sicuramente) senza il determinante apporto sovietico, ora avremmo un mondo molto diverso, senz'altro peggiore.
    Non so, mi viene in mente "La svastica sul sole" di Philip Dick...
    Ciao!

    P.s: concordo al 100% anche con Gio ve.

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    1. Ciao Riccardo, piacere :)
      Se andiamo a guardare il contributo russo nella seconda guerra mondiale, prima della decisione di Hitler di intraprendere l'ingloriosa operazione Barbarossa ce n'era stata un'altra, molto meno onorevole, volta alla spartizione della Polonia (che per fortuna, dopo la triste Conferenza di Monaco, destò finalmente le preoccupazioni degli Alleati). Purtroppo la verità storica è anche spesso la questione dei vincitori, perciò io personalmente non saprei dire se il mondo sarebbe peggiore, ma andrò a cercarmi il romanzo di Philip Dick, che non conoscevo... grazie! :)

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  5. Mi riferivo al fatto di una vittoria dei nazisti e di un mondo dominato appunto da nazisti e giapponesi.
    Se leggi (per non citare che uno dei testi più chiari) "Hitler e il nazismo" di Enzo Collotti, vedrai che la "soluzione finale" di Hitler prevedeva l'eliminazione non solo di tutti gli ebrei, gli zingari, gli oppositori al nazismo, gli handiccapati ecc., ma anche di tutti gli slavi...
    Col tempo, l'Europa dell'est dalla Polonia ai confini della Cina sarebbe stata di fatto "feudalizzata" e tutte le sue terre, materie prime ecc. sarebbero diventate bottino di guerra del popolo tedesco (e di pochi altri ritenuti "sufficientemente" ariani, ma comunque tenuti in stato di sottomissione)...
    Questa non è la verità dei vincitori: Hitler (ed altri gerarchi) nel Mein Kampf" non ha mai nascosto le sue intenzioni.
    Disse, tra l'altro, che la Germania avrebbe dovuto fare agli europei dell'est quel che fecero gli americani agli indiani... sterminarli e depredarli insomma.

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    1. Sì, le intenzioni erano chiare. Eppure non posso fare a meno di pensare che le persone sarebbero state abituate sin dalla più tenera età a pensarla in quel modo e in quella prospettiva, in linea con il potere dominante, e che quindi col tempo vi si sarebbero naturalmente adattate. Per quanto possa essere ai miei occhi ripugnante, sia chiaro :)

      Intendevo questo con "la verità storica è dei vincitori" (quello che nel commento successivo ritrovo anche nelle tue parole: "In un mondo dominato dall'Asse, gli obiettivi hitleriani non avrebbero certo trovato opposizione alcuna bensì compimento perfetto").

      Lungi da me suggerire una rilettura delle intenzioni tedesche :)

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  6. Del resto, non è verità dei vincitori il fatto che la guerra fu scatenata da Germania nazista, Italia fascista e Giappone di Hirohito.
    Nè credo che si possa dubitare delle stragi scatenate da questa "triade", nè penso che si possa dubitare dei lager...
    La teoria nazista del popolo tedesco come "Herrenvolk" (popolo di signori, nel senso di dominatori) molto probabilmente non avrebbe avuto remore di sorta nel pensare al "destino" dei popoli africani.
    In un mondo dominato dall'Asse, gli obiettivi hitleriani non avrebbero certo trovato opposizione alcuna bensì compimento perfetto. Si tratta insomma di applicare alla storia la categoria del realismo, che nasce sulla base dei rapporti di forza.

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    1. La Storia è comunque una questione spesso complessa e fatta a grovigli. Ferma restano la più assoluta condanna sull'orrore guidato da Hitler, si potrebbe trascorrere molto tempo a discorrere dall'ingiusta Pace di Versailles del 1919 (separazione della Prussia Orientale dalla Pomerania) fino alla viltà di Gran Bretagna e Francia, che acconsentirono a Hitler di prendersi l'Austria e i Sudeti, ma si mossero solo dopo la Polonia.
      Il senso del mio ulteriore intervento è comunque che, secondo me, poco sarebbe cambiato se le sorti belliche di allora fossero state rovesciate. Di ciò mi ha convinto il favoloso romanzo di fantapolitica "Fatherland" di Robert Harris, oppure l'esperienza della Spagna di Francisco Franco, che comunque dopo la sua morte è rientrata nella linea storico-politica dell'Europa occidentale.
      L'esito di una guerra può rallentare o tardare determinate cose, che comunque prima o poi avvengono o sarebbero avvenute.
      Riguardo al "determinante apporto sovietico", comunque, c'è poco da gioire. Alle nostre longitudini certe cose non sono mai state raccontate chiaramente, ma ciò che avvenne tra l'inizio di maggio del 1945 ed il 1948 circa a destra della linea Stettino-Trieste fu spaventoso: direi che la seconda tabella QUI la dice molto lunga.
      Fermo restando che poi, nell'estate del 1989, è bastato che l'Ungheria iniziasse ad aprire i confini ai Tedeschi orientali che volevano andare in Austria per far cadere tutti quei regimi entro 5 mesi.
      Oggi i Tedeschi ce li ritroviamo come turisti numerosi e rumorosi dal paesino del Portogallo al bosco della Lapponia o dalle coste atlantiche dell'Irlanda all'isola di Rodi, senza dover cambiare i soldi che si portano da casa e che stampano e distribuiscono agli altri a loro piacimento.
      Ecco, ricollegandomi al mio precedente commento a questo post, seriamente mi chiedo chi alla lunga sia uscito davvero vittorioso da quella guerra.

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    2. Che bel commento, Gio Ve, grazie. Mi sono segnata anche Fatherland, sembra possa essere un testo ispiratore :)

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    3. Grazie a te, Alice. Sto attraversando una fase di antigermanite acuta da un paio di giorni. Come sai (privatamente) io lavoro per un'amministrazione pubblica. Dovendo spedire alcune lettere raccomandate con ricevuta di ritorno, da alcuni giorni trovo negli uffici postali dei dintorni solo moduli bilingui, che credo siano stati stampati in eccesso per l'Alto Adige. Ti mando privatamente una foto esplicativa.
      Ho provato a chiedere spiegazioni alle Poste centrali di Mantova, ma mi hanno dirottato ad un recapito telefonico del Centro Meccanizzato Postale di Brescia dove, dopo ripetuti tentativi, sono riuscito a conferire con una sedicente responsabile che ha giustificato la questione con "il mettere a proprio agio i numerosi turisti tedeschi che in estate popolano le sponde del Lago di Garda". Una cosa assurda!
      Ogni volta che si fa la spesa, ormai, le monete che danno di resto - almeno da queste parti - ormai sono quasi tutte "Made in Germany" e "Made in Austria". Sono segnali che mi deprimono molto e che evolvono ogni giorno di più verso uno strapotere teutonico assoluto.
      Riguardo al romanzo "Fatherland" puoi intanto consultare un compendio a questa pagina di Wikipedia.
      Un caro saluto.

      P.S. Ho cambiato le impostazioni dei miei blogs, cambiando la lingua di fondo da Estone a Italiano, così sarà un po' più agevole commentare ;-)

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    4. Buongiorno :)

      Su Wikipedia di Fatherland ho letto solo che è simile a La svastica sul sole, suggerito da Riccardo, ma non sono andata oltre perché preferisco lasciarmi poi stupire.

      Per quanto riguarda i commenti, ora il link su Estonianbloggers mi compare di nuovo!

      Infine, per quanto riguarda la questione più spinosa, ti rispondo in privato. Volevo farlo qui, ma mi sono appena accorta che, come al solito, mi sono dilungata molto ;)

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  7. @ Alice: il tuo pensiero è chiaro. Benché contenga qualche lato che non mi convince, comunque nessuna polemica.

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    1. Non sono abbastanza preparata per polemizzare, però alla chiarezza ci tengo molto :)

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  8. @ Gio Ve: Sulla complessità della Storia, sono d'accordo. Inoltre, considero anch'io “ingiusta” la pace di Versailles; probabilmente essa rinfocolò il nazionalismo tedesco.
    Tuttavia, per una certa parte dell''800 e fino alla II seconda guerra mondiale, i vari Stati di lingua e cultura tedesca (Austria, Prussia e Germania) dimostrarono tendenze espansionistiche ed imperialistiche, arrivando in qualche caso perfino a scontrarsi tra loro.
    Penso insomma che il nazismo avrebbe attecchito (magari in modo meno rigoglioso) anche senza Versailles.
    Ancora: non penso proprio che “poco sarebbe cambiato se le sorti belliche di allora fossero state rovesciate.”
    Se avesse vinto l'Asse, il progetto nazista (testimoniato da teoria e prassi di Hitler e dei suoi) prevedeva l'assoluto dominio politico-militare del mondo, con l'eliminazione fisica di intere masse di uomini. Il tutto su base razziale, anzi razzista.
    Eventualmente, tale dominio sarebbe stato spartito col Giappone.
    Tutti gli altri Stati avrebbero avuto il pessimo rango di Stati fantoccio e di fornitori di massa-lavoro a costo zero, alias schiavi ed... assassinabili quando non più in grado di produrre.
    Con tutte le magagne degli attuali governi, tra quella prospettiva e l'attuale, sempre meglio l'attuale...
    La Spagna di Franco, poi, è “rientrata nella linea storico-politica dell'Europa occidentale”, solo dopo che il franchismo strangolò il Paese per quasi 40 anni (1939-1975). Non fu tanto indolore né automatico, il ritorno alla democrazia...
    Quando dico “strangolò” penso per es. alla garrota, alle torture ecc. Inoltre, ancora oggi in Spagna è proibito indagare sui crimini del franchismo; non mi sembra, questo, molto euro-occidentale.

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  9. Crollo dei regimi dell'Est: è quantomai riduttivo dire che “nell'estate del 1989, è bastato che l'Ungheria iniziasse ad aprire i confini ai Tedeschi orientali che volevano andare in Austria per far cadere tutti quei regimi entro 5 mesi.”
    Riduttivo perché così si trascura il ruolo giocato dalla perestrojka di Gorbaciov e come ha dichiarato la Corte dei conti tedesca, della bancarotta (provocata dall'esterno) delle banche della Rdt.
    Bisognerebbe poi analizzare la faccenda dei fondi neri di Eltsin ed il ruolo dei golpisti, gli interessi poi legati alla dissoluzione dell'Urss ecc. Al riguardo, utilissimi i saggi “Roulette russa” di Giulietto Chiesa e “Sotto la notizia niente” di Claudio Fracassi.
    “Chi sia uscito davvero vittorioso dalla guerra.”
    A distanza di 68 anni, mi sembra una domanda mal posta.
    La Germania è da tempo una potenza economico-industriale di primo piano, ma non è neanche lontana parente della Germania hitleriana e vari altri Stati sono profondamente cambiati o non esistono più (Urss in primis). Il tutto, non è conseguenza della guerra (semmai di ben altre dinamiche storiche) che fu vinta nel 1945 dall'Urss e dagli Alleati. Punto.
    Condivido in parte la tua “'antigermanite”, ma quando si ragiona di temi storici, penso col Gramsci dei “Quaderni” che alterando i parametri di valutazione e l'ordine delle grandezze, si pieghi (a volte anche in buona fede) il tema che esaminiamo ai nostri interessi. Il che è, metodologicamente e storicamente, scorretto.

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  10. Alice: ovviamente il mio commento delle 17.19 si riferisce (così come il precedente) a Gio Ve.
    Bene, adesso vi lascio in pace.
    Buon week-end!

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    1. Mi astengo da ulteriori commenti per non scomodare ulteriormente la Squisita e Gentile padrona di casa.
      La materia mi ha ispirato la creazione di questo post. E' solo per aiutare a capire il perché di certi atteggiamenti dei Tedeschi e non certo per compatirli o giustificarli. In quanto Italiano poi, nolente o dolente o volente, mantengo un certo comportamento guardingo nei loro confronti.
      Un cordiale saluto.

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  11. Voglio evitare anch'io di "scomodare ulteriormente la Squisita e Gentile padrona di casa", benchè non ritenga che continuare a portare avanti una discussione possa essere sinonimo di fastidio aut similia.
    Tuttavia, è vero che una volta che uno, due o più interlocutori abbiano esposto il proprio punto di vista (direi ad abundantiam), poi ulteriori "puntate" o commenti potrebbero risultare stucchevoli un po' per tutti.
    Mi limito sommessamente ad aggiungere quanto segue...
    Molta della durezza che fu riservata dopo la II guerra mondialele alle popolazioni di lingua e cultura tedesca fu purtroppo (dico purtroppo, col dir questo quindi non la giustifico) conseguenza dell'odio che derivava dai lutti e dalle distruzioni provocate dalla politica nazista.
    Come italiano ho anch'io un atteggiamento "guardingo" nei confronti dei tedeschi... soprattutto (venendo anche all'attualità) per l'atteggiamento assunto da Berlino nell'attuale crisi.
    E con questo, spero d'aver chiarito il mio punto di vista.
    Per dirlo con una battuta, "incidente" chiuso.
    Saluto cordialmente anch'io.

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  12. Ciao Alice, solo per farti sapere che su meloleggo.it ho commentato la tua recensione (davvero interessante) al libro di Bonera.
    Ri-ciao!

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    1. Ciao Riccardo! Ho letto, grazie :)
      Comunque i commenti non sono di nessun disturbo. Non ho più risposto perché io personalmente non potrei apportare alcun contributo ;)
      A presto e buona giornata.

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