Ecco un video-parodia di uno studente potentino fuori sede.
Molte cose mi hanno fatto sorridere, perché le ho trovate molto, molto tipiche, soprattutto le espressioni e i dialoghi.
- Uagliò, ma quando sei arrivato?
- Ma mo' so' arrivato
- Ah, e quanto ti trattieni?
- Eeehh, giusto il tempo delle feste.
- Senti, noi ci andiamo a pijà na cosa sopra, vuoi venì?
- No. Io devo andà in famiglia, c'ho mia mamma.
La ciliegina sulla torta: i livelli di difficoltà del videogioco in potentino.
Invece alla scelta dei personaggi più famosi di Potenza mi sono persa, non sono ancora* a quel livello di conoscenza culturale.
*"Breve" nota sul mio rapporto con il potentino:
Da torinese fatta e finita, non parlo purtroppo nemmeno una parola di piemontese. Tuttavia da anni sono fidanzata con un potentino e il dialetto di quelle parti, se non proprio stretto stretto, lo parlo o, meglio, lo capisco.
Da un punto di vista linguistico i primi anni, quando andavo a Potenza, per me era un incubo: a pranzo o cena con la famiglia si passava spesso dall'italiano al dialetto e io mi perdevo pezzi interi di conversazione. Ricordo un giorno che proprio non ce la feci più: qualcuno disse "digniel!" e io me ne uscii con "no, ora mi spiegate cosa c'entra l'agnello!" ("digniel" significa "diglielo").
Fu drammatica anche la volta che andammo a vedere La Ricotta, ovvero il trio di comici che qualche anno fa ha cominciato a esibirsi anche a Zelig. In tv sono molto comprensibili e ovviamente adattano le battute a un pubblico diverso, ma in quel caso si trattava di una fiera di paese ed era dato per scontato che tutti potessero comprenderli. Io ho trascorso l'intera serata a guardare gli altri ridere fino alle lacrime, mentre l'unica cosa che capivo io era il "ne?" che i comici utilizzavano per imitare i veneziani (e io mi sentivo pure un po' offesa, perché il "ne?" a fine frase, per me, era solo ed esclusivamente piemontese).
Piano piano le cose sono cambiate, ma io non me ne sono accorta se non quando mi sono laureata: quell'anno il mio ragazzo e parte della sua famiglia sono venuti a Torino. A pranzo, mentre eravamo tutti lì a mangiare la bagna cauda, dopo uno scambio verbale velocissimo tra L. e il padre mia zia s'è voltata verso di me, occhi sgranati, e mi ha chiesto: "Cos'è che hanno detto?". È stata una rivelazione.
A quel punto ho accettato, dopo anni, di tornare a vedere uno spettacolo de La Ricotta (il primo mi aveva demoralizzata) ed era proprio così, ormai capivo il potentino senza alcuno sforzo!
Ah, ecco, ora si spiega il mistero delle tue frequentazioni potentine! Bellissimi i livelli! :-D
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