venerdì 12 aprile 2013

Come possiamo intrattenerci solo con la nostra mente?

Nel corso di un'altra intervista, il prof. Timothy D. Wilson (di lui avevo già parlato qualche giorno fa, qui) ha raccontato anche di un esperimento da lui condotto che conferma la tendenza che abbiamo a tenerci perennemente occupati e a trascorrere poco tempo a pensare. L'argomento mi interessa soprattutto perché, tra lavoro, interessi, letture e anche un po' di vita sociale, ogni tanto mi dimentico che una delle cose più belle è stare per i fatti propri semplicemente a far niente.

Riporto su due piedi parte di quel che dice direttamente in italiano, ma è meglio ricordare che non si tratta di un'intervista a voce, perciò mancano tutti quegli elementi che accompagnano la sua esposizione (tono di voce, gestualità, ecc.). 

Wilson: Ci occupiamo di un sacco di cose nel nostro laboratorio al momento, ma tra queste ce n'è una che trovo affascinante e riguarda il modo in cui possiamo intrattenerci usando soltanto la nostra mente. Perciò, togliendo tutti gli stimoli esterni (...) mettiamo gli studenti in una stanza e li lasciamo lì anche solo per 15 minuti, senza alcuna distrazione, e diciamo loro di trascorrere semplicemente il tempo tenendosi occupati con la propria mente. Poi torniamo e diamo loro un questionario per domandare cose tipo "com'era?", "quanto è stato piacevole?". Le risposte variano molto, ma in media non è una cosa che piace granché, anche se si tratta solo di 10 o 15 minuti. Da un certo punto di vista è ovvio, credo, che ci piaccia tenerci occupati con qualcosa, ma da un altro punto di vista questo enorme cervello che abbiamo, in grado di fantasticare, recuperare ricordi dal passato... non dovrebbe essere così difficile! Eppure pare che lo sia. Stiamo pertanto cercando di capire perché. 

Prof. Green: Beh, una cosa che faccio a questo proposito, nelle lezioni che tengo in questo corso così come in quelle a Herron Grounds, è di cercare di costruire, all'inizio di ogni lezione, un breve momento dedicato alla meditazione. E di solito gli studenti, molti studenti, all'inizio non lo trovano semplice... e parliamo di cinque minuti soltanto. Spesso danno segni di irrequietezza e non vedono l'ora di tornare a controllare il cellulare, cosa accade su Facebook e via dicendo. Per alcuni sono cinque minuti difficili. Tuttavia, col tempo iniziano ad apprezzarlo, in special modo se do loro qualche tecnica da seguire. (...) Può calmare molto. Si parla molto dell'idea di calmare le acque della mente. Altre persone parlano della mente scimmia: far sì che la scimmia dentro alla tua testa si acquieti per un po'. E le persone, quando sono in grado di farlo, lo trovano molto calmante e rilassante. È però difficile farlo come cosa estemporanea. Se non l'hai mai fatto prima può risultare sgradevole. Credo quindi che sia una cosa che si impara ad apprezzare col tempo.

Pensandoci, io non ho avuto difficoltà con quei momenti meditativi di cui parla il professor Green. Anzi, visto che solitamente li seguo chiudendo gli occhi, spesso quando li riapro scopro che il suo video di cinque minuti è già terminato e io sono rimasta lì spersa in me stessa per chissà quanto. Mi capita la stessa cosa quando inizio a fissare il cielo o vado a un concerto jazz. 

E voi? Ve li prendete questi cinque, dieci, quindici minuti di tempo dedicati soltanto ai vostri pensieri? Come?

Woolgathering?

6 commenti:

  1. Al contrario, i miei pensieri non riesco mai a spegnerli!

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    1. Senza fare niente, niente, niente?
      ps. ho appena letto l'articolo sulla Corea, ma non ho avuto il coraggio di guardarmi i video!

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  2. Anch'io credo di rientrare nella categoria dei "fortunati" (o "dannati"?) che non riescono mai a smettere di pensare. Nella mia storia personale ci sono 18 anni di pendolarismo, durante i quali ogni mattina ho trascorso circa 90 minuti nei mezzi di trasporto di Roma (1 autobus extraurbano + 2 metropolitane) per andare da casa a scuola e poi al lavoro, ogni mattina. I km. erano 31; al ritorno me la cavavo in 40/50 minuti, perché non era orario di punta come al mattino.
    Ecco, in quell'interminabile segmento di tempo non ho mai letto giornali/libri, né ho utilizzato walkmen o apparecchiature simili, perché passavo il tempo ad osservare ed a pensare. Pur volendo, non avrei potuto fare altrimenti.
    L'unica occasione - da sveglio - dove sia mai riuscito a non pensare è quando faccio del nuoto in piscina.

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  3. La categoria era quella dei "dannati" che fanno i pendolari! :)

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    1. Con la mia emigrazione volontaria nella bucolica Solferino, ad un certo punto della mia vita, mi sono affrancato da quella tortura. Ora impiego meno di 5 minuti per andare al lavoro... :P

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    2. E hai fatto bene! Recuperi molto più tempo per andare in piscina! :P

      ps. proprio in piscina a me accade esattamente il contrario: prima mi concentro sul numero di vasche, poi inizio a guardare gli altri nuotatori fino a quando non mi perdo nei pensieri e inizio a costruire storie. Peccato che, come tutto quello che accade in dormiveglia, una volta uscita dall'acqua non ricordo quasi più nulla.

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