giovedì 14 novembre 2013

Di attesa e traduzione

Oggi sono rimasta un po' imbambolata davanti allo schermo del computer, complice anche la connessione estremamente lenta.

Ecco, se Internet è essenziale per il tuo lavoro, la connessione lenta (o del tutto assente) è una di quelle cose che misurano la maturità di una persona, perché impari a gestirla solo col tempo: le prime volte ti viene il nervoso, chiami il gestore della linea ogni cinque minuti, ricontrolli tutti i cavi, provi ad allacciarti a reti Wi-Fi casuali, cambi stanza, accendi e spegni il computer e ti trattieni dal tirargli qualche colpo qua e là, come con la televisione. Con gli anni e l'esperienza (ovvero una buona dose di rassegnazione e menefreghismo), capisci che l'attesa è l'unica soluzione, che questa lentezza non dipende dal gestore ma dalla pioggia/nebbia/primavera/digestione dell'impiegato che ti risponde al telefono, che tutto dipende da un ordine cosmico a se stante dove tu sei solo una pedina e che i tuoi nervi stanno meglio se semplicemente accetti la sconfitta, attendendo quei 15/20 minuti buoni perché la pagina che ti interessa finalmente si carichi.



Nel tempo dell'attesa, beatamente imbambolata, ne ho approfittato per rileggere due interviste sulla traduzione che avevo lasciato aperte sul browser. Le ho già condivise, ieri e stamattina, ma a farlo ancora qui che male c'è? Io ne riporto solo un pezzettino per ciascuna, ma ci sono i link di riferimento per poterle leggere nella loro interezza. Buona lettura!
A translator must have a style and an identity of her own in order to be able to faithfully reproduce the author's style and identity, and must be a writer in order to identify completely with someone else's writing. For one person, this is an "art", for another, it's a "craft". I don't care what term is used. For me what matters is the fine equilibrium between being myself and being true to the author beside whom I put myself when I'm re-creating his or her voice.
Dall'intervista di Ilaria VarrialeSilvia Pareschi (non c'è una pagina Wikipedia?!), traduttrice letteraria. L'intervista completa qui
The inaudible "click" when a translation suddenly, unexpectedly comes right after weeks of resistance. These small epiphanies are what make translation so rewarding. And I think perhaps these moments of insight are happening all the time when we translate or when we read poems closely, carefully, - it's the sense of involvement that enriches me the most, when a poem truly starts to matter and not just to mean.
Dall'intervista a George Messo, traduttore letterario. L'intervista completa qui (se non lo conoscete, Authors & Translators è un blog molto interessante dove tutti i giorni o quasi viene pubblicata un'intervista - con domande standard - a traduttori e autori da tutto il mondo).



Se non avessi avuto la possibilità di rileggere quelle due pagine mi sarei data alla lettura vera e propria (Lezioni di francese, di Peter Mayle con traduzione di Serena Lauzi). Voi, invece? Sempre che lavoriate con Internet e abbiate il mio stesso problema, che fate nell'attesa?

24 commenti:

  1. Preparo il testo della mia pagina su Wikipedia! ;-)

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    1. Ecco, se vuoi poi te la carico io, visto che tu come fonte non basti :P
      (vedi Philip Roth)

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    2. Ahah... Grande Silvia! :-D
      Io sono talmente lenta che non mi accorgo della rete lenta.... Ma mr.Fedo sì e sa che i tizi dell'assistenza mentono sapendo di mentire, perché la nostra zona a Torino ha un ripetitore che non funziona.

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    3. Mr. Fedo è super tecnologico! Salutalo comunque, ogni volta che vedo sul cellulare l'avviso dell'aggiornamento del software mi sento in colpa nei suoi confronti! :D

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  2. tu pensa quando quel cialtrone di internet non funziona e il tuo computer si deve connettere al sito dell'USL per l'autorizzazione alla prescrizione di un farmaco con i bimbi urlanti di fuori
    pensa..................... pensa

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    1. Com'è difficile il tuo lavoro, Amanda. Senza la giusta attitudine, si rischierebbe di impazzire!

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  3. "attesa" è una parola che purtroppo non può avere spazio nel mio vocabolario. Faccio la giornalista televisiva e se dovessi avere problemi di connessione lenta il risultato sarebbe non lavorare. Si viaggia sul filo dei minuti, dei secondi. Per questo ho sempre bisogno di connessione veloce e anche processori potenti (per esportare i progetti di montaggio video).
    Quando alle volte mi ritrovo sul computer di mio padre, ancora con una connessione vecchio stile scalcagnata, mi ritrovo lì a imprecare. Lui mi guarda e mi dice sempre "coem fai a dire che è lento?". Come sempre ogni cosa al mondo è incredibilmente relativa.
    Ogni tanto comunque (forse proprio in virtù delle marce alte su cui viaggio) mi piace fare downshifting totale. In quel caso il telefono lo spengo proprio, non fotografo, non registro, non scrivo. Mi godo mio figlio piccolino e il mio compagno. Quello che vedo e che mi piace. La meraviglia :)
    Io di traduzione non capisco una "fava" ma rendi il tutto molto leggibile e interessante come sempre.

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    1. Grazie per essere passata di qui! Immaginarti al computer di tuo padre mi ha fatto ridere... Ti capisco bene! E lo stesso vale per lo staccare, ogni tanto ci vuole, quella Meraviglia ;)
      Tra l'altro, se hai voglia svelami il nome del gestore meraviglioso che ti fa lavorare così, perché io il mio lo cambierei volentieri :)

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    2. Premesso che odio Vodafone e che sul cellulare sto cambiando con Tim perché mi fregano sempre in un modo o in un altro e mi ritrovo bollette iperboliche... Però a casa Alice funziona davvero bene. Ho il wifi e non lo cambierei con nulla.

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    3. Ora vado a vedere cosa propongono, grazie!

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  4. Niente problemi di connessione lenta negli ultimi tre/quattro anni qui a Dublino. Sara' che e' diventata la Silicon Valley of Europe? In centro il free WiFi del city council funziona meravigliosamente. E infatti tantissimi lavorano nei cafes.
    Credo comunque che in una situazione anch'io leggerei...

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  5. Non ci crederai ma non ho mai avuto problemi di connessione lenta. Ho a casa un modem Alice di Telecom, da sempre, anche (e sopratutto) quando lavoravo presso la concorrenza. Certo, lavorare a 7 Mbit/s non è esattamente come quando sono a Vilnius, dove a casa abbiamo 100 Mbit/s dal 2006. E non è fantascienza là, è archeorealtà qua.

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    1. Alice dev'essere davvero il servizio migliore, mi sa (vedi i commenti di VittoriosSecret più su), e noi il paese peggiore. "Archeorealtà" è bellissimo! :)

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    2. Una volta è successo che la connessione è sparita all'improvviso, poi ci sono stati momenti in cui di tanto in tanto se ne andava via e poi questa cosa è diventata sempre più frequente. Ho chiamato l'assistenza e mi hanno sostituito gratuitamente il modem. Da allora più nessun problema.

      Per il tipo di lavoro che faccio questo tipo di connessione con Alice mi sembra la migliore tra quelle disponibili a prezzi accettabili. Chiaramente se hai esigenze di maggior velocità esistono soluzioni dedicate con gestori di nicchia. Come sempre è una questione di rapporto tra costi e benefici.

      Sai qual è il mio pensiero. Qui da noi si vive pensando di essere ancora grandi perché durante il Rinascimento (quando - si badi bene - lo Stato italiano non esisteva) siamo stati l'avanguardia del mondo. Ma pensare che nulla sia cambiato in cinquecento anni è folle. Oggi dobbiamo solo copiare e rimetterci al passo. Sto parlando di sistema istituzionale, ovviamente, perché a livello privato le cose vanno bene. Mi domando sempre: perché Skype è nato a Tallinn e non a Milano o a Torino o a Verona o a Bologna?

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    3. Io non saprei risponderti, ma qui se devi "far nascere" qualcosa qui sembra debbano punirti. Ad esempio, io ho un progetto da diverso tempo, ma non riesco a farci niente perché tutte le persone a cui chiedo, presunti competenti del settore, non mi danno mai la stessa risposta. Ho sempre l'impressione che all'atto pratico leggi et similia abbiano contenuto opinabile e che "l'interpretazione" sia piuttosto un esercizio di fantasia e creatività.

      Per il resto, io lavoro in rete su server locale. Non abbiamo scelta perché non ci sono molti gestori che danno molta banda - effettiva - per il collegamento esterno, anzi, solo uno. Perciò, più che cambiare, penso di "aggiungere" :)

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    4. Questo aspetto della burocrazia è davvero insopportabile ed è una delle prime cose che ha notato mia moglie prima ancora di trasferirsi qui. Per esempio quando nel 2011 ho dovuto trascrivere il mio matrimonio (celebrato in Lituania) a Milano mi sono imbattuto in un giro di funzionari che sapevano ben poco di quello che avrebbero dovuto sapere. Tanto che ho dovuto spiegare io loro come funzionavano le cose (ovviamente c'è stato anche chi mi ha chiesto: Lituania? Ma è nell'Unione Europea?).
      Quando abbiamo dovuto fare la doppia cittadinanza a mia figlia, l'anno scorso, abbiamo telefonato in un ufficio di Vilnius. La sciura che ha risposto ci ha detto: dovete andare in questo posto e portare tre foto; costa tot litas. Abbiamo preso appuntamento nell'ufficio tal dei tali e in cinque minuti abbiamo fatto tutto.
      Comprenderai che fatico a capire perché la stessa cosa non può funzionare qui da noi.

      Pensi forse che io non ti chieda in cosa consiste il tuo progetto? Se si può dire ovviamente.

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    5. Sì, per noi sono cose da fantascienza. Un'amica australiana trasferitasi qui per un anno ha deciso di andarsene perché, tra le altre cose, non ce la faceva più: uffici che aprivano alle 9 invece che alle 8, documenti che vengono prodotti con un ritardo di sei mesi... Quando lei invece racconta che lì da lei persino se non parli la lingua ti fissano un appuntamento e al massimo il giorno dopo ti richiamano in linea con l'interprete ufficiale.

      Per quanto riguarda il progetto, non volevo farmi tirare la calzetta e fare la misteriosa! Non ho specificato apposta :) Se poi riuscirò a concretizzarlo, ne parlerò sicuramente... Fingers crossed!

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    6. Va bene, in bocca al lupo!

      Una sera di inizio Maggio ho incontrato a Tallinn il fidanzato di una mia cara amica estone. Lui, veneto di origine ma milanese di nascita, ha un'azienda qui a Milano che gestisce da Tallinn dove si è trasferito. Mentre eravamo a cena si parlava proprio di avviare nuovi progetti e aziende (quel che sto facendo io). Mi spiegava che in Estonia esiste un ufficio apposito dove tu sottoponi il progetto e loro te lo valutano, facendoti sapere quasi subito se esso è degno di investimenti oppure no.
      Naturalmente non è tutto oro quel che luccica. La mania estone per tutto ciò che è tecnologico può far sì che risulti più conveniente premiare chi propone di realizzare Facebook per cani e gatti piuttosto che soluzioni molto più utili e durature.
      Però è apprezzabile l'aspetto burocratico ridotto all'osso e concepito per aiutarti anziché ostacolarti.

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    7. Esatto, e gli esempi si sprecano. Come dicevi tu, non siamo neanche capaci di copiare le cose che vale la pena copiare...

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  6. Io fisso lo schermo e mi guardo le unghie. Poi ho la foto di un cane con una parrucca blu e mi metto a guardarla. Poi consultò il cellulare e vado a prendere un caffè orribile alla macchinetta. Non riesco mai a essere produttiva nell'attesa purtroppo!

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    1. È la cosa con quel caffè orribile che dovresti evitare, le altre mi sembrano tutte belle attività :D

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  7. Ecco, appena successo; una bella - vabbè, si fa per dir, no? - lunga risposta e m'è caduta la connessione wi-fi, complice il maltempo che imperversa sulla capitale. :-) Scegliete un'imprecazione di disappunto a scelta.
    Dicevo che sulle prime m'innervosisco, poi m'arrabbio come un picchio e poi metto su una lavatrice, mi faccio un buon caffè - nel mentre avrò controllato la connessione in continuo, e se ancora non va, accendo l'iPad e se non va nemmeno il 3g, divento dapprima isterica, poi m'inca**o come un'ape, poi penso ai primi anni del Duemila: passai dal modem 33k al 56k (eravamo ancora nell'era dell'internet a manovella), e mi risolvo a fare le ricerche sui tomi cartacei e non in rete, sigh, la cosa peggiore è non poter controllare la posta elettronica!!! :-)
    Cioè; toglietemi il cellulare, ma non il collegamento. :-/

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    1. haahahhaha mi hai fatta morire con questa esatta sequenza e mi ricordi molto me in alcune tristissime circostanze. Io ho lo smartphone, a salvarmi sempre e, quale che sia la situazione d'emergenza,riesco comunque sempre a controllare le e-mail di lavoro.

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